Marzo 2023: qualcuno (ora nuovo Speaker della Camera statunitense) già denunciava il regno di censura con la complicità di Twitter e FBI.
Manca poco più di un anno alle elezioni presidenziali begli Stati Uniti ed è già tempo di cambiamenti importanti.
Da menzionare il recente forfait dato da Mike Pence, ex vicepresidente USA con Trump, proprio a quest’ultimo.
Ma la novità arriva anche alla Camera dei Rappresentanti, di maggioranza repubblicana: da qualche giorno infatti Mike Johnson è il nuovo Speaker, al posto di McCarthy. Di origini italo-americane, il nuovo Speaker è già noto per aver difeso Trump nell’ambito impeachment, ma soprattutto per essersi opposto, sottoscrivendo un ricorso legale, alle presunte manipolazioni nelle elezioni vinte da Biden.
Biden dal canto suo si dice non essere preoccupato per possibili risvolti nelle elezioni.
In occasione dell’ascesa del nuovo Speaker, è andato virale sui social un suo intervento del marzo scorso: al centro della questione il Twitter pre-Musk. “Il Governo federale – dice Johnson- dai membri democratici del Congresso, alle agenzi d’intelligence, compresa l’FBI, hanno usato Twitter per censurare la parola degli americani. Twitter era praticamente una filiale dell’FBI, prima che ci mettesse mano Elon Musk”.
Un commento apprezzato e ripostato dallo stesso CEO del social. Nello stesso intervento sono presenti gli autori dei famosi Twitter Files, una serie di documenti compromettenti pubblicati da Musk appena dopo l’acquisizione del social. Censura, COVID-19, l’assalto di Capitol Hill e la relativa sospensione dell’account Twitter di Trump: tutto contenuto nei Twitter Files.
Il giornalista Matt Taibbi e l’autore Michael Shellenberger rispondono alle domande di Johnson (allora ancora non Speaker).
Una serie di meccanismi di censura tanto gravi, dice l’autore, “da far venire i brividi”.
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