Tutti i giornali oggi titolano ovviamente ancora su Israele: ‘Gaza, pronto all’assalto finale’, questo il Corriere della Sera, simile ad altri. L’idea è questo assalto finale a Gaza, ma cosa c’è ancora da fare? Sono 20 giorni che viene cosparsa di bombe. Ha un brutto richiamo anche quest’idea dell’assalto finale, un brutto richiamo al passato. Continuano i raid, la striscia è accerchiata e poi pare che si valuta quest’idea del dialogo.
Il problema è che si ha la sensazione che questo dialogo sia completamente campato per aria, perché Antony Blinken, il segretario di Stato, è andato da Abu Mazen, il leader dell’autorità nazionale palestinese e si stanno mettendo d’accordo per far affidare potere all’autorità nazionale palestinese per il ‘dopo Hamas’. Se vediamo anche il titolo di Repubblica: ‘Abu Mazen, dateci Gaza. Il leader dell’ANP dopo l’incontro con Blinken apre al piano americano, ci assumeremo le nostre responsabilità. Gli israeliani accerchiano Gaza City, il dilemma degli ospedali, Teheran chiama rapporto il capo di Hamas. Nel frattempo il Papa all’Angelus dice cessate il fuoco’.
Non mi sembra che lo stiano ascoltando, invece il ‘cessate il fuoco’ un’ottima soluzione con la liberazione degli ostaggi: sono 230 persone, si debbono lasciare andare, ci sono anche bambini e anziani.
Questo piano americano è però abbastanza discutibile: l’autorità nazionale palestinese è totalmente delegittimata. Negli ultimi tempi hanno rifiutato le elezioni per timore di essere surclassati da Hamas, hanno perso il controllo praticamente totale sulla striscia di Gaza e persino a Ramallah vengono contestati. In casa loro, nella loro terra, nel loro punto forte.
Praticamente potrebbe essere come andare da Calenda (avente la minoranza) e chiedergli di fare un governo avendo il 3/4%. Non può funzionare, non è un interlocutore politico adeguato. Una volta che anche dovessero dare il controllo di Gaza politicamente ad Abu Mazen, cosa potrebbe succedere? Pensate che Hamas sparisca, che non ci siano più attacchi terroristici, che non saltino fuori di nuovo i fedain o altro genere di martiri dopo quello che è successo? Dopo questi bombardamenti a tappeto che stanno colpendo ambulanze, ospedali, e stanno radendo al suolo quella zona, la situazione andrà a complicarsi, e come al solito gli Stati Uniti stanno unendo superbia a, per carità, qualche ‘buona idea’.
La realtà però è quella che l’interlocutore politico in quel territorio rimane Hamas, con in mano degli ostaggi. Finora sembra il Papa il più dotato di buon senso sul territorio mondiale: i bombardamenti vanno fermati.
L’altro giorno c’è stato un ministro israeliano che ha detto che bisognerebbe buttare l’atomica su Gaza, che è una cosa che secondo me qualcuno condivide perché abbiamo sentito anche qua le cose, anche in Italia, delle frasi di questo genere sul fatto che bisognerebbe buttare una bomba atomica sulla striscia di Gaza, che tutte le persone che sono nella striscia sono terroristi e quant’altro. Ora, se ci sono queste idee all’interno dell’establishment israeliano poi è chiaro che si va all’attacco finale, si pensa di devastare un territorio, una popolazione, una nazione. Ricordiamo che i palestinesi sono una nazione anche se non hanno uno Stato, il caso ebraico ce lo insegna. Non si può sempre far pagare alla popolazione gli errori dei politici. I palestinesi sono a Hamas quando ci pare, quando non ci pare non lo sono? Vedremo cosa accadrà.
Photo Elena Duranti