L’elezione diretta del presidente del Consiglio sta trovando oppositori. Il disegno di legge proposto dal Governo Meloni sul cosiddetto “premierato” non piace infatti alle opposizioni, con le dovute sfumature.
In particolare è l’assenza del ballottaggio e l’impossibilità per il premier di nominare o rimuovere i ministri che non piace a Italia Viva, che tra tutti è però il solo partito di opposizione ad aprire un canale di dialogo.
Netta la chiusura di PD e Movimento 5 Stelle, coi Dem che parlano di manovra di distrazione e attacco ai poteri del Presidente della Repubblica.
“Bisogna rafforzare, più che il governo, il presidente del Consiglio, che oggi non può rimuovere un ministro che non si dimostri all’altezza del suo ruolo“, ha dichiarato Giuseppe Conte, “basta intervenire su questi due aspetti, senza stravolgere l’assetto costituzionale, per ottenere ottimi risultati“.
Gli fa eco ai nostri microfoni Alessandra Maiorino, Senatrice Vice Capogruppo del Movimento: “La mia opinione è che si sta cercando di nascondere il fallimento economico parlando dei massimi sistemi, ma parlandone come un bambino di quinta elementare”.
E sul meccanismo anti-ribaltone che impedirebbe a governi di colore diverso di susseguirsi in contrasto con la volontà elettorale, la ricetta proposta è diversa: “Si può raggiungere tranquillamente con un meccanismo non invasivo come quello della sfiducia costruttiva, per cui se tu hai una maggioranza alternativa puoi far cadere il premier attuale sottoponendoti al voto. Se non ce l’hai non puoi buttare giù un governo senza avere già pronto un piano B“.
Ascoltate l’intervista di Stefano Molinari.