La lezione di Carl Rhodes sul nuovo capitalismo ‘woke’: come le aziende minacciano la democrazia

Sicuramente avrete sentito per una via o per un’altra parlare di woke, o più precisamente di ideologia woke. Il lemma deriva dall’inglese, da una formula gergale, awake, che vuol dire essere svegli, essere allerta, essere in guardia. E indica per estensione l’atteggiamento politicamente corretto di chi è sempre in guardia pronto a denunziare tutte le discriminazioni contro l’ordine del global capitalismo, tutto ciò che sia disallineato rispetto al movimento progressista della civiltà neoliberale.
Al tema woke ha dedicato uno splendido libro, uno studioso australiano, Carl Rhodes, tradotto anche in italiano con il titolo Capitalismo Woke, pubblicato da Fazi Editore. Il sottotitolo è esso stesso emblematico: “Come la moralità aziendale minaccia la democrazia”. L’autore in sostanza conduce una critica spietata dell’ordine del global capitalismo e di quella sua variante liberal progressista che è l’ideologia woke.

Carl Rhodes mostra tutta una serie di punti salienti dell’ordine woke e li smaschera con una prospettiva critica che non è la prospettiva reazionaria classica di chi vuole mantenere l’ordine immutato nelle cose. È una prospettiva che si potrebbe dire di critica socialista dell’ordine del woke capitalism. In particolare Rhodes mostra come gli orientamenti del woke capitalism siano del tutto interni alla civiltà del capitalismo stesso che li usa ad hoc per distrarle rispetto alla questione della lotta di classe.
Come dire, il capitalismo sposta l’attenzione dalla contraddizione socioeconomica alla questione dei diritti dell’arcobaleno e in tal guisa produce una sorta di distorsione dello sguardo in modo tale che i dominati, anziché insorgere contro il capitalismo, si battano soltanto per questioni che nemmeno nominano la contraddizione capitalistica. Ma il punto di forza del libro di Carl Rhodes sta nel mostrare come, grazie al woke capitalism, le aziende capitalistiche diventino protagoniste della politica. Infatti Rhodes mostra come le principali aziende del capitalismo globalista siano in prima linea nella battaglia per i diritti arcobaleno e per il woke stesso.

Ne abbiamo avuto prova anche in Italia, dato che in molti gay pride le grandi aziende capitalistiche erano in prima linea nel finanziare suddette battaglie. Per un verso vi è il fenomeno che Rhodes chiama del wokewashing, cioè sostanzialmente il lavaggio di coscienza che le grandi aziende fanno grazie alle battaglie woke, in forza delle quali appaiono come aziende vicine agli interessi e alle lotte dei ceti oppressi. Ma in realtà, ed è questo il punto forte del libro di Carl Rhodes, le aziende, grazie al woke capitalism, si impadroniscono della vita pubblica, delle questioni politiche e di fatto, come recita il sottotitolo di Carl Rhodes, la moralità aziendale minaccia la democrazia impadronendosene integralmente.
A mio giudizio il libro di Carl Rhodes è ottimo e ha però un punto di debolezza. Sostanzialmente Carl Rhodes non mette mai in discussione le battaglie arcobaleno quanto tali, semmai critica l’uso capitalistico che ne viene fatto. Ebbene, a mio giudizio in realtà quelle stesse battaglie, in nome del capriccio individualistico di consumo sotto copertura arcobalenica, sono intrinsecamente battaglie del capitale. che deve abbattere ogni baluardo identitario e tradizionale per produrre l’individualizzazione di massa funzionale ai processi del progressismo capitalistico. Quindi non è soltanto, come dice Rhodes, l’impadronimento di quelle battaglie da parte del capitalismo a dover essere criticato. ma sono quelle stesse battaglie che trasformano i capricci e i desideri in diritti a dover essere combattute in nome del socialismo e di una democrazia pienamente realizzata che non coincida con la neoliberalizzazione integrale del mondo della vita.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro