Colpa individuale e colpa collettiva: non avremmo mai pensato di ritornare su questa distinzione.
Mai avremmo pensato di venire considerati colpevoli fino a prova contraria. Mai avremmo pensato di venire considerati il male assoluto per nostre qualità ascritte: se prima, nella storia anche non troppo lontana, la discriminante era l’etnia, ora è il genere.
Il tragico caso di Giulia Cecchettin ha sconvolto, giustamente, il paese.
Ma la reazione si è poi col tempo scomposta. E parte la ricerca delle cause e delle soluzioni ipotetiche: entrambe troppo facili e buttate al vento per un problema così radicato. Forse il problema dei problemi: la devianza, una materia studiata da sociologi, filosofi dai tempi più remoti. Ma quello che colpisce è anche la forma. Sì, perché in Europa pare essere partito ufficialmente l’allarme patriarcato, il principale colpevole, secondo alcuni, dei femminicidi.
Ma come già detto, a una soluzione così complessa non ci si può aspettare di trovarne una immediata.
Alessandro Meluzzi, psicoterapeuta, tenta allora di fare un’analisi della devianza in questi casi: come nasce e perché.
Soprattutto, secondo Meluzzi l’emergenza patriarcato non solo non ci sarebbe, anzi l’Europa sarebbe la meno colpita, ma sarebbe anche disegno e calcolo di una particolare élite.
“Il calcolo è evidente. E’ chiaro che una società in cui la famiglia tiene è una società a rischio, per le multinazionali, per il grande capitale, per il Deep State, per il World Economic Forum. Il potere vuole la dissoluzione della famiglia, della pace, della religione, della verità.
Perché tutti devono essere disorientati, isolati, depressi, impazziti“.