“Già i mondiali in Qatar, che hanno portato miliardi ad Hamas per fare tunnel e portare via armi, costruendo campi di schiavitù, mentre l’occidente si faceva bello, sono stati una sciagura. Era evidente che i Paesi arabi avevano già in serbo la vittoria dell’Expo del 2030 ma anche l’assegnazione dei Mondiali del 2034″. Il commento amaro di Tommaso Cerno all’assegnazione a Riad dell’ Expo 2030. Anche Roma era tra le candidate, ma non è arrivata nemmeno seconda con i suoi soli 17 voti.
Un risultato pessimo per l’Italia, che si conferma molto indietro rispetto ai Paesi Arabi e vista la distanza di un centinaio di voti con la candidata vincitrice, decisamente non competitiva. Lo stesso Cerno spiega quali sono le motivazioni dietro questo solco così profondo: “In questi anni che ci separano da questo evento straordinario coperto da tutti i veli, quello dell’Islam e quello dell’ipocrisia, noi saremo di fatto in gran parte una loro proprietà. Lo saranno molte delle nostre case, come lo sono le nostre squadre di calcio, come lo è la Formula 1, come lo sono molte banche, come lo sono gran parte delle strutture tecnologiche e delle infrastrutture che l’Occidente ha messo in vendita. E lo ha fatto senza rendersi conto dell’insieme di tutto quello che stiamo vivendo, cioè un’integrazione che di fatto non si è mai realizzata secondo le regole della democrazia liberale, ma caso mai si realizza mutando le aspettative e i comportamenti della democrazia liberale.
E questa è la parte bassa della questione, che riguarda larghe fasce della popolazione che sono in contatto con comunità che non hanno nessuna intenzione di venire qui per vivere con le nostre regole, ma piuttosto di convincere noi e quel poco che ci resta delle nostre grandi parole. Bisogna un po’ vivere come vivono loro, perché ormai la parola rispetto in occidente significa sostanzialmente dire sempre di sì. Più sali nella scala gerarchica è più tu vedi che anche i soldi veri senza regole, né etiche né di controllo, li hanno loro“.