Monza Juve 1-2: Gatti nel finale, la squadra di Allegri non muore mai

E’ una di quelle vittorie che si fa presto a definire “da grande squadra”, ma in realtà presenta dei chiaroscuri che col bianconero cinico e allegriano non stonano affatto.
Partiamo dalla fine: quando il giovane classe 2005 del Monza Valentin Carboni pennella un cross che diventa pareggio al 92esimo, la Juventus è rintanata nella propria area già da gran parte del secondo tempo.
Allegri digrigna i denti e ha tempo solo per lanciare il cappello, prima di guardare esultare il giovane argentino, che fa pari e patta.

Chi perde un pallone sanguinoso però è proprio la mossa a sorpresa Moise Kean, che in un momento di assalto totale gestisce male un contropiede che sarebbe stato una manna dal cielo per una squadra con il baricentro praticamente sulla lunetta dell’area.
La fine la conosciamo, anzi no. Pensavamo di conoscerla.
Perché quando Adrien Rabiot tira fuori dal cilindro uno scatto da esterno a saltare l’avversario dopo il colpo di testa del vantaggio, il finale assaporato da Palladino va in fumo. Non c’è scampo per Di Gregorio, anche se Gatti pare voler dare un’altra possibilità al portiere già eroe di serata sul dischetto di Vlahovic. Il pallone però resta lì, ancora a disposizione del difensore, che dopo aver incespicato spara in rete il bolide della vittoria.

Di nuovo il chiaro nel cielo juventino. Ma Allegri dovrà ragionare sul secondo tempo plumbeo concesso al Monza: una squadra che gioca bene, troppo per una Juve che ha ambizioni scudettate. Checché ne dica Allegri, che pure continua a nicchiare in conferenza sul quinto posto.
I numeri parlano chiaro: è la seconda miglior partenza dallo scudetto targato Sarri. L’inizio di una Juve che non conosce sconfitta da quel pomeriggio di Reggio Emilia.

Senza dimenticare che il primo posto momentaneo è di nuovo bianconero, in attesa di Napoli Inter. Ed è una sensazione che in casa Juve si inizia ad assaporare spesso.

Alessio De Paolis