“Bisogna smaschilizzare la Chiesa perché essa è donna”.
Con queste dichiarazioni surreali e del tutto fantasmagoriche, Bergoglio probabilmente ha davvero toccato il fondo della sua religione ‘woodstockiana’ del nulla e della sua teologia postmoderna di completamento del pensiero unico politicamente corretto. Pensiero unico politicamente corretto che, come non mi stancherò di ribadire ad nauseam, con Bergoglio diviene anche pensiero unico teologicamente corretto.
Quella di Bergoglio è, lo sappiamo ormai, una religione del nulla, svuotata del sacro e del trascendente, puro raddoppiamento del discorso unico della globalizzazione neoliberale politicamente corretta. Nel momento in cui l’ordine del discorso insiste maniacalmente sulla lotta al patriarcato, tra l’altro per fortuna estinto in verità da circa 60 anni, ecco che puntuale come un orologio elvetico arriva anche lui, Bergoglio, il ‘teologo col martello’, parafrasando Nietzsche, colui il quale sta con zelo inusitato provando a dissacrare tutti i punti saldi del sacro, a demolire tutti i capisaldi della religione cristiana, arriva a Bergoglio e rincara la dose.
Conferma, in questo modo, come sempre, la visione dominante dei gruppi dominanti, quelli che, come sappiamo, vorrebbero in ogni guisa annientare la famiglia, chiamando ‘lotta al patriarcato’ tale annientamento. Annientamento che, non ci stancheremo di dire, è esso stesso del tutto funzionale a un capitalismo che non vuole più saperne di padri, madri e figli, avendo a che fare soltanto con consumatori individualizzati su scala cosmopolitica.
Che quella di Bergoglio fosse una religione del nulla, di puro completamento e dell’evaporazione del cristianesimo già da tempo in corso e del trionfo del capitalismo globale, ateo e relativista su scala planetaria era già evidente. Ne avevamo già abbondanti prove sotto ogni profilo. Ma ora davvero non si può non riscontrare l’avvenuto tramonto, o meglio l’avvenuta evaporazione del cristianesimo in Europa grazie a Bergoglio.
Bergoglio che di fatto ha reso indistinguibile sotto ogni riguardo il buon cristiano dal buon consumatore politicamente corretto. Per questo non mi stanco di dire, e ora ne abbiamo ulteriore conferma, che Bergoglio sta alla Chiesa di Roma come Gorbaciov sta al comunismo sovietico. Quella che Gorbaciov salutò e celebrò come perestroika non era altro se non la demolizione dell’Unione Sovietica e la sua riorganizzazione in chiave liberale e filoatlantista.
Analogamente quella che Bergoglio oggi celebra sotto il nobilitante e calamitante consenso nome di progresso, altro non è se non lo smantellamento di quel che resta del cristianesimo. Dico di quel che resta perché nell’occidente europeo il cristianesimo nella sua variante cattolica è in fase di evaporazione sempre più rapida soprattutto dopo il concilio vaticano secondo. e nonostante l’eroica resistenza opposta da Joseph Ratzinger, che non per caso fu ostacolato in ogni modo dall’ordine della globalizzazione neoliberale.
Ora Bergoglio porta a compimento il processo di evaporazione del cristianesimo producendo una religione del nulla, quella che si spinge a dire, testualmente, che bisogna smaschilizzare la Chiesa. Una frase volgare che avrebbe potuto pronunziare qualsiasi araldo del laicismo come nuova religione di massa, dogmatica, intransigente e che invece viene pronunziata proprio da Bergoglio, colui che idealmente dovrebbe essere il difensore della fede del cristianesimo e che invece sta (con zelo) operando per produrre l’evaporazione integrale del cristianesimo.