Pfizer se la vede male, anzi molto male.
Nella giornata di mercoledì, la casa farmaceutica conosciuta in tutto il mondo per aver sviluppato i vaccini contro il Covid è crollata verticalmente in borsa, segnando una perdita del 6,7%. Per l’azienda statunitense è il crollo più grave degli ultimi 9 anni: Pfizer ha le peggiori prestazioni del 2023, essendo scesa circa del 50% da inizio anno. Ne scrive anche Il Sole 24 Ore: “La pandemia è finita, il Covid è ormai una banale influenza di stagione, non più mortale. Conseguenza: non c’è più corsa ai vaccini“.
La previsione di Pfizer per i vaccini non ha trovato riscontro nella realtà.
E le conseguenze arrivano, anche perché gli altri farmaci, tipo quello per l’obesità, non sembrano viaggiare bene.
Tuttavia non bisogna trascurare alcuni “dettagli”, secondo il vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo.
“A me viene un sospettino: non è che se tu hai fatto la peggiore performance del 2023 poi dopo ti conviene rispingere un pochino per avere altri guadagni sulla vendita dell’unica cosa che ti ha fatto incassare da matti in questi anni?“.
La domanda di Borgonovo non può che essere lecita e logica. Così come è ipotizzabile il cosa succederà nel 2024.
“Io ricorderei che ancora alla guida della Commissione Europea c’è una signora che si chiama Ursula von der Leyen che ha un pochino di spiegazioni su questa storia dei vaccini e ancora ce le deve, no?“. Il riferimento a quei contratti con Pfizer e a quelle ingenti quantità di vaccini acquistati è chiaro.
“Non sappiamo quali contatti siano stati firmati in Unione Europea, non sappiamo quali clausole prevedano.
Le nazioni sono state obbligate a comprarle le dosi e Pfizer ha fatto brutte previsioni per il 2024.
Casualmente in questi giorni riparte a manetta la campagna vaccinale.
Ora, non sono le cose direttamente collegate, però sicuramente un interesse economico, una pressione economica sotto questa roba c’è.
E non possiamo far finta di non vederla“.