L’immarcescibile Aldo Cazzullo, infaticabile bardo del pensiero liberal globalista, ci spiega ora dalle colonne del Corriere della Sera che il comunismo ha fatto male alla sinistra. Proprio così, secondo Aldo Cazzullo e Il Corriere della Sera, il comunismo ha fatto male alla sinistra. Si capisce perfettamente il senso di questa considerazione.
Cazzullo, come l’intero mondo liberista al quale appartiene, vorrebbe a tutti gli effetti una sinistra che fosse fucsia-arcobaleno, liberista e filoimperialista. Insomma, la sinistra che c’è già, quella che da tempo ha rinnegato Marx, Gramsci, Lenin e l’intera classe lavoratrice, ed è divenuta semplice guardia fucsia della globalizzazione neoliberale e ultraimperialistica. Cazzullo spiega a con dovizia di particolari perché il comunismo è stato un grave errore da non ripetere mai più, e lo fa naturalmente secondo il più classico teorema dello schema neoliberale, che condanna come totalitaria ogni esperienza, reale o possibile, che non sia quella del liberalismo stesso, e omette naturalmente di ricordare le atrocità di cui anche il liberalismo si è macchiato.
Atrocità che Domenico Losurdo, ad esempio, mise a tema puntualmente nel suo prezioso studio “Controstoria del liberalismo”, un testo dei primi anni 2000 che merita davvero di essere letto anche oggi. Ancora una volta giornalisti e intellettuali come Cazzullo svolgono la parte di sistematizzatori dell’ordine simbolico dominante a beneficio dell’ordine reale di marca turbocapitalistica. Come più volte ho evidenziato, l’odierna sinistra neoliberale e filoimperialistica è un fenomeno trash sotto ogni profilo.
Per questo l’ho definita Sinistrash. La sua espressione più peculiare e grottesca si trova in effetti nel Che Guevara disegnato con il rossetto sulle labbra, il simbolo della deriva trash di una sinistra demofobica che sta con il capitale e non con il lavoro. con l’imperialismo e non con i popoli oppressi, con i capricci di consumo arcobaleno e non con i diritti sociali del lavoro, con le banche e non con i ceti medi sofferenti.
Una sinistrash insomma che finisce addirittura per rendere superflua la destra stessa. Se è vero com’è vero che dagli anni novanta, in maniera adamantina, la sinistra ha anche superato la destra stessa nel tutelare gli interessi e le prospettive della plutocrazia oligarchica neoliberale e dell’ordine finanziario e capitalistico. D’altro canto, le parole d’ordine della sinistra postcomunista, quella che piace a Cazzullo, sono ormai da tempo quelle ben note, perfettamente coincidenti con l’ordine neoliberale e con il suo regime discorsivo.
Vuole più competitività, ce lo chiede il mercato, bisogna esportare i diritti e la democrazia, anche se a suon di bombardamenti, bisogna difendere sempre e comunque la globalizzazione, quali che siano poi le conseguenze concrete che ciò comporta sulla vita dei lavoratori e dei cetimedi. Insomma, possiamo ben dire che la sinistra è diventata un fenomeno trash da che emula in maniera patetica l’ordine dominante che un tempo aveva combattuto. E proprio come nella pellicola di Nanni Moretti, Palombella Rossa, del 1989, la sinistra sembra aver avuto una grande amnesia.
Non ricorda più chi è e da dove proviene. E per questo finisce per essere totalmente soggiogata all’ordine neoliberale. Può quindi dormire sonni tranquilli, Cazzullo. La sinistra che egli vuole c’è già. È quella dominante, neoliberale e filoimperialistica fino al midollo