In una fredda mattinata di Gennaio la Roma ha preso la decisione più importante della stagione.
Sollevare un allenatore dal suo incarico nel bel mezzo del campionato è un’operazione insolita, soprattutto per un grande club come la Roma. Tuttavia, la decisione di esonerare José Mourinho è arrivata comunque, dopo le voci e tutte le dichiarazioni su società, giocatori e molti altri problemi che avrebbero ostacolato il cammino giallorosso. Una scelta coraggiosa, quella di esonerare lo special one? Altrettanto coraggiosa quella di richiamare Daniele De Rossi, stavolta da allenatore? Ma soprattutto: cos’è venuto a mancare nel rapporto Mou-Friedkin?
Lo abbiamo chiesto in diretta al direttore della Gazzetta dello Sport, Stefano Barigelli.
“Mourinho ha una grandissima qualità – dice Barigelli – che hanno pochissimi, la capacità di imporre la narrazione, di spostare sempre l’argomento a proprio vantaggio. Viene a Roma e incarna benissimo la voglia e quella passione che ha una tifoseria che è unica in Italia, che vuole vedere competere giustamente la Roma con i grandissimi club e quindi pretende, chiede. Mourinho sa benissimo qual è la capacità di spesa della Roma. I Friedkin perdono un sacco di soldi all’anno e si aspettavano da Mourinho un contributo. Mourinho, appena arrivato a Roma, invece ha cominciato a cannoneggiare la proprietà. Non ci può essere nessun soggetto più importante del club, né giocatore né allenatore. Il club viene prima di tutto. Non vedo nessun club al mondo, al mondo, in cui c’è un allenatore che cannoneggia sistematicamente la proprietà che è rimasto così a lungo come Mourinho”.