Le masse, si sa, non amano pensare.
Sono per lo più popolate da individui che lasciano che a pensare per loro siano altri e si muovono semplicemente seguendo le correnti, come usano fare i banchi di pesci che seguono le correnti senza sforzo. Ebbene, mentre le masse in questi giorni sono distratte dallo “spettacolo”, se così vogliamo definirlo, delle magagne di Chiara Ferragni o dei sermoni politicamente ed eticamente corretti della Cortellesi intorno ai sette nani, capita qualcosa che è degno di essere sottolineato.
Diciamo subito che queste magagne e questi sermoni non hanno nulla a che vedere con i rapporti di forza, non hanno mai per tema le disuguaglianze, le asimmetrie e la reale configurazione dei rapporti di forza. E sono dunque buoni giusto appunto per distrarre le masse.
E mentre le masse sono distratte, a Davos, ridente cittadina elvetica, è partita in questi giorni la 54esima edizione del World Economic Forum, o se preferite dirlo in italiano, Forum Economico Planetario. Si tratta, more solito, del raduno dei potenti del mondo, coloro i quali decidono autocraticamente le traiettorie del loro interesse di classe e le conseguenti pratiche per attuarlo in forma compiuta.
Sotto l’egida del turbomondialista Schwab, si discute in questi giorni di ambiente e di guerre, con un occhio di riguardo per le disuguaglianze sempre crescenti. Quest’anno, infatti, anche le disuguaglianze verranno affrontate, forse anche in ragione del fatto che le notizie e i dati parlano ormai in maniera chiara e inequivocabile. Mai come oggi sta trionfando la disuguaglianza, mai come oggi vi è una asimmetria profondissima tra i primi e gli ultimi, tra gli happy few che occupano il vertice della piramide e la massa dannata degli sconfitti della globalizzazione, che già da tempo ho proposto di battezzare come “glebalizzazione”.
La situazione in verità in relazione al forum di Davos risulta tragica senza riuscire a essere seria.
E lo dico in ragione del fatto che a discutere delle disuguaglianze a Davos sono coloro i quali risultano i massimi responsabili del loro generarsi, vale a dire i super ricchi della plutocrazia oligarchica neoliberale senza frontiere. Gli stessi che, per inciso, vanno a discutere di difesa ambientale con jet privatissimi che inquinano a dismisura. Sono sempre loro gli stessi che vogliono farci mangiare larve, cavallette e farina di mosca e poi ai loro buffet si nutrono immancabilmente solo di titillevoli aragoste e inebrianti tartufi bianchi.
In sintesi, si tratta della power élite No Border che crea i massimi problemi e finge poi di volerli risolvere, come se non dipendessero da loro e come se anzi loro fossero in prima linea per risolvere problemi che altri hanno creato. Anzi, possiamo ben dire che l’ordine neoliberale è specializzato proprio in questo, nel generare catastrofi, nel de-responsabilizzarsi assegnando ad altri la colpa e presentando poi a questi altri puntualmente il conto. Lo stiamo vedendo nei discorsi di Davos, naturalmente, ma lo abbiamo visto nella forma più poderosa con la crisi finanziaria del 2007.
Crisi che fu cagionata dall’agire irresponsabile, spesso truffaldino, di banche e speculatori finanziari, ma che venne poi presentata come “una crisi del debito pubblico legata al welfare e allo Stato sociale” e quindi venne poi fatta pagare, come sempre alla povera gente, con tagli e con austerità depressiva. Insomma, il capolavoro dell’oligarchia plutocratica neoliberale che proprio in questi giorni sta trionfando su tutta la linea nella ridente cittadina elvetica di Davos.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro