“Bisogna difendere la libertà di stampa e il valore di un servizio pubblico che sia davvero libero e plurale e che non può essere al servizio del governo di turno e della sua propaganda. Faremo un sit-in davanti alla RAI per difendere il pluralismo e la qualità dell’informazione che è un diritto inalienabile di ogni cittadino.
Dobbiamo iniziare una battaglia affinché la TV pubblica sia svincolata dalla padronanza di governi e politica, perché la situazione è davvero preoccupante, anche per la libertà stessa dei giornalisti. E quindi fissato per domani, 7 febbraio alle ore 18, davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, un sit-in di protesta per chiedere una corretta informazione”.
Bene, io vi dico la verità.
Positivamente sorpreso da questo comunicato che leggevo, trafelato, sono corso a verificarne la fonte. Ero convinto che fosse di qualche organizzazione di giornalisti iscritti all’albo, dei professionisti e dei pubblicisti che operano per le testate online della libera informazione, ossia quelli che non hanno visibilità in tv, che vedono continuamente rimossi i propri canali social, quelli che vedono oscurati i propri articoli, i cui temi non hanno neanche un minimo di spazio nel palinsesto RAI perché si discostano da quello che è il pensiero unico dominante, che sono tra l’altro in balia di fact checker privati, che in pieno conflitto di interessi hanno il potere di decidere quale pagina social oscurare e quale no, quale post segnalare e quale no, quale articolo rimuovere e quale no. Bene, io pensavo che questa specifica categoria di giornalisti messi da anni sotto assedio si fosse finalmente organizzata per far sentire la propria voce fuori agli studi RAI.
Ma leggendo la fonte dell’articolo ho avuto una sorta di mancamento. Non credevo ai miei occhi. A rilasciare quella dichiarazione sul sit-in di domani era Elly Schlein del Partito Democratico.
Sono corso a rileggere con la speranza che si trattasse di satira, ma anche Repubblica riportava la stessa notizia. Il PD domani manifesterà per la censura contro di loro in Rai. Stiamo parlando di quelli che negli ultimi 20 anni l’hanno monopolizzata e lottizzata, la RAI.
Stiamo parlando di quella Schlein della quale in TV ci raccontano tutto, perfino della sua consulente di armocromia. Eppure si sente censurata, così come il suo partito che ha praticamente dei lacchè in tutti i programmi della TV di Stato. Devo dire che perfino dei giornalisti Rai sono rimasti talmente sorpresi che hanno deciso di organizzare addirittura una contromanifestazione che si svolgerà sempre domani un’ora prima fuori dalla Rai, dove andranno a smentire dati alla mano, quelli forniti dalla Schlein e dal PD, in pratica per raccontarci l’ovvio, ossia che non c’è alcuna censura o bavaglio ai danni del Partito Democratico.
Bene, a me a questo punto mi si è accesa una lampadina. Dato che le ragioni del sit-in sono nobili, pluralismo di informazione, no al bavaglio, libertà di espressione per i giornalisti, ho pensato, perché non inondare pacificamente, ovviamente in maniera composta, quel sit-in di giornalisti che veramente subiscono il bavaglio e la censura? Che si svegliano una mattina e con una notifica li avverte che le loro testate online sono state rimosse da qualche fact checker, che dal giorno alla notte si vedono tolti la possibilità di andare in diretta sui social, quelli che vengono quindi silenziati nel vero senso della parola, come è accaduto tra l’altro al sottoscritto.
Ho pensato, perché non andiamo a spiegare al PD cos’è la censura e anche la sua pericolosità per la tenuta democratica, per il pluralismo, per la libertà di opinione? Come possiamo non sfruttare l’occasione per andargliela a raccontare domani fuori agli studi RAI? E quindi mi sono rivolto non solo ai giornalisti indipendenti, ma anche a tutti coloro che si sentono penalizzati da un’informazione sul web che è ormai pilotata, falsata, compromessa dal fatto che se non sei allineato alla versione che va negli interessi del vero potere, quel vero potere che non cambia quando cambia il governo, perché noi sul web, a differenza della Schlein, non subiamo le censure soltanto con un governo o con un altro.
Noi le subiamo quando ci sono governi di destra, di sinistra, governi grillini, giallorossi, gialloverdi. Allora concludo dicendo che la nostra domani non vuole essere una contromanifestazione, anzi noi ci uniremo ai colleghi del mainstream a quanto pare preoccupati per la censura e pronti a battersi per la libertà di informazione, e sono sicuro che la nostra presenza gli darà dei motivi in più per farlo.
Ci vediamo allora domani alle 18 fuori alla sede Rai di Viale Mazzini.
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