L’Univax day è un evento promosso in tutta Italia, dalla Società di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA). L’obiettivo della giornata sarebbe quello di informare e formare i giovani sul tema dei vaccini. Un’esigenza che nasce dalla sempre più rapida e incontrollata diffusione delle “fake news diffuse in rete”: almeno questo è ciò che si legge sul sito dell’ Univax day.
Moltissime scuole, università e istituti hanno ospitato immunologi ed esperti del settore, per approfondire il ruolo dei vaccini sulla salute pubblica. In realtà l’evento sembra essere nato con l’intenzione di portare avanti una sorta di propaganda positiva sul tema dei vaccini. All’apparenza per sfatare i luoghi comuni, ma nella sostanza per impedire agli studenti di riappropriarsi di un diritto che oggi più che mai gli è stato tolto: la vera informazione.
Secondo l’endocrinologo Giovanni Frajese la narrazione sul tema dei vaccini non è stata obiettiva e sarebbe stato necessario esporre anche i rischi e i pareri contrari sui vaccini. “Questi eventi sono nati nel 2020 e andando all’incontro ho capito come mai i ragazzi sono stati la classe assente nella comprensione di ciò che è successo” dice Frajese.
“C’è un indottrinamento vero e proprio: io l’ho scoperto tramite un avviso della scuola di mia figlia” afferma “quindi voglio proporre al Preside dell’Istituto di farmi parlare anche a me per un paio d’ore e mostrare anche altre visioni sulla questione, vediamo se sarà possibile”.
“A Trapani ho avuto un incontro con i ragazzi e sono riusciti a seguire il ragionamento semplice e logico, contrariamente alle mie aspettative, attraverso i dati e le proiezioni delle slide” continua “erano scioccati, hanno compreso tutto e mi hanno fatto un applauso lunghissimo. Qual’è il vero problema? Che l’informazione non gli arriva in nessuna forma e in nessuna maniera”.
“Hanno colpito prima di tutto la scuola, l’insegnamento. Quando si è molto giovani si assorbe ogni tipo di informazione e si da per buono quello che dice l’adulto” dice Fabio Duranti “l’obiettivo è stato creare una generazione che non ha l’idea del confronto ma creare un pensiero unico, che credono sia giusto perchè é quello con cui sono nati”.
“La storia è simile a quella di Galileo, “guardare fuori dal cannocchiale per vedere che il sole in realtà è fermo”: e quando si guarda aldilà del cannocchiale si scopre che non si era mai considerato di vedere attraverso la lente” dice Duranti.