Nell’ultimo Consiglio europeo c’è stato un braccio di ferro tra il premier ungherese Orbán e gli altri premier, gli altri leader, e questo ha un po’ oscurato le vere difficoltà finanziarie dell’Unione Europea.
Orbán ha sfruttato l’occasione per sbloccare dei fondi europei trattenuti per presunte violazioni dello Stato di diritto.
La realtà è che il bilancio dell’Unione Europea è ormai sotto pressione, con molte richieste e poche risorse a disposizione, tra i quali ci sono anche i fondi russi congelati, stimati per circa 260 miliardi di euro.
La Banca Mondiale avrebbe valutato il costo di ricostruzione dell’Ucraina per circa 411 miliardi di dollari.
L’Unione Europea avrebbe impiegato circa 228 miliardi di euro.
La proposta di utilizzare i fondi russi sequestrati peraltro è controversa e le pressioni economiche crescono.
Nonostante il Consiglio europeo abbia garantito dei finanziamenti aggiuntivi, la situazione finanziaria dell’Unione Europea rimane critica e richiede ulteriori riflessioni.
In un mondo finanziario dove i soldi sembrano sempre più un gioco da prestigiatore, il Consiglio Europeo sta offrendo uno spettacolo tutto suo. Con fondi russi congelati da una parte, richieste di aiuto dall’altra, sembra che l’Unione Europea ormai stia facendo delle vere e proprie “alchimie finanziarie”. Bisogna stare attenti, perché il vero intrigo a questo punto sta nel vedere se davvero l’Unione Europea riuscirà a tirare fuori un coniglio dal cilindro, oppure se finirà per essere sommersa dal proprio cappello da prestigiatore.
Il punto è che da troppi decenni c’è questa fiducia sfrenata nelle alchimie finanziarie e nel mondo della finanza.
E abbiamo dimenticato di credere nelle cose semplici che erano quelle dei nostri nonni, cioè la produzione agricola e industriale.
Ci siamo dimenticati che i posti di lavoro li creano gli imprenditori. Creiamo sostanzialmente una finanza per la finanza fatta di derivati, di banche speculative e facciamo saltare invece le banche che danno soldi alle famiglie e alle imprese.
L’Unione Europea imploderà prima o poi. Io penso che potrebbe succedere per la scelta di chi l’ha costruita e cioè la Germania.
E non di chi l’ha subita, e cioè l’Italia.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi