Dopo lo “stop al genocidio” pronunciato da Ghali a Sanremo si sono sollevate le reazioni.
La prima è stata immediata: l’Ad della Rai Roberto Sergio ha da subito risposto con un comunicato letto da Mara Venier in diretta per discostarsi dalle parole del cantante, sottolineando invece i fatti del 7 ottobre.
La seconda reazione è stata proprio verso quel comunicato. Riscontrando un presunto atteggiamento antidemocratico, si è verificata una manifestazione in particolare davanti alla sede Rai di Napoli. La situazione si è però riscaldata tra forze dell’ordine e i presenti.
Abbiamo chiesto cosa è successo a chi era nel posto.
Marcella Raiola, professoressa in un liceo campano, era lì presente.
“Ho un dito gonfio e una leggera escoriazione. Per fortuna non mi ha colpito in testa o altrove, però ho medicato i compagni che perdevano sangue dalla testa e mi sono sentita veramente da docente, da insegnante in una situazione di regime tragica, mortificante, umiliante proprio per la democrazia. Ci sono 30.000 morti e si continua a parlare del 7 ottobre come se fosse iniziato tutto lì. Non è possibile che Israele decida quando dobbiamo scendere in piazza. Chi sta abusando della memoria del popolo ebraico è il governo di Netanyahu, non siamo certo noi cittadini che sappiamo cosa sta accadendo. Volevamo un colloquio, un confronto con i giornalisti. Abbiamo chiesto loro di scendere e ovviamente ci siamo avvicinati per gridare gli slogan, per invitarli a scendere e a confrontarsi con noi. Eravamo in tanti e abbiamo pensato di invitare i giornalisti a scendere. Evidentemente quella è stata percepita come una pressione e quindi come un’aggressione“.
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