Violenza sessuale, colpa dei porno?

I porno sono sbagliati? Spingono chi li guarda a immaginare la sessualità solo sotto forma di violenza?

Stupro e pornografia: una correlazione facile in tempi di convegni sulla famiglia tradizionale, campagne elettorali e disperato bisogno di colpevoli. Binomio figlio dell’idea che i porno siano sbagliati, a priori, e che inducano chi li guarda a commettere atti di violenza. Ma è vero? Le due cose hanno effettivamente un collegamento? Ne abbiamo parlato con la psicosessuologa Susanna Basile.

Dott.ssa Susanna Basile – Pedagogista, Psicologa, Sessuologa clinica e Counselor in Psicoterapia Funzionale | www.susannabasile.it

Che non ci sia un rapporto diretto di causa-effetto tra guardare semplicemente qualcosa ed emularla, è cosa nota. Vale per i film, per le serie TV, per i documentari e dunque anche per i porno. Altra cosa però è mettere in discussione il potenziale educativo di quello che si guarda.

Se è vero che molta della pornografia reperibile si fondi sulla rappresentazione della donna quale oggetto di cui l’uomo può disporre nei modi più disparati. Se è vero che una grossa fetta dei film porno mostri la figura femminile in uno stato di sottomissione rispetto a quella maschile. E se è vero che questo genere di pornografia sia quello più richiesto dal pubblico… Possiamo allora affermare che la visione, specialmente in giovane età, di questo tipo di materiale educhi l’uomo a considerare la sessualità in modo analogo?

Secondo la psicosessuologa Susanna Basile la questione è molto più articolata.

Il porno incide sulla concezione che gli uomini hanno delle donne?

Chi si metterebbe mai a discutere sui contenuti, sulla simbologia, sull’atmosfera di quanto appena visto, dopo la visione di un film porno? Ecco, i film pornografici non presuppongono un momento di confronto con chi potrebbe fornire una lettura diversa dalle immagini che si vedono, proprio perché manca una cultura in tal senso. Io non credo sia la visione in sé del film porno ad agire sugli uomini rispetto al concetto che hanno delle donne. La “particolarità” del film porno però è di non prevedere una qualsiasi attività critica, per cui se il soggetto che visiona il film non ha avuto una formazione educativa e affettiva alla sessualità, può farsi “impressionare” in maniera non adatta rispetto alla sua vita e alla vita di chi lo circonda.

Pornografia e violenze sessuali sono collegate?

Ci sono diversi di studi da diverse parti del mondo che dicono che i tassi di violenza sessuale diminuiscono man mano che il porno diventi più accessibile in una società. Secondo l’argomentazione, questo dato suggerisce che il porno funzioni effettivamente come una “valvola di sicurezza” per un’energia altrimenti aggressiva. La teoria è che invece di attaccare qualcuno, le persone che potrebbero commettere reati sessuali possono esprimere i loro desideri violenti fantasticando su quantità illimitate di porno su internet.

D’altra parte, nel 2015 il Dott. John D. Foubert, professore presso l’Oklahoma State University e uno dei massimi esperti in materia di violenza sessuale, ha pubblicato un articolo che illustra come la pornografia sia legata alla violenza sessuale. Dopo anni di studi su internet, ha dichiarato che il porno è “una ricetta per lo stupro” che ha riscritto la sceneggiatura sessuale per il comportamento sessuale della generazione millennial e che sta attualmente ri-cablando i cervelli della generazione successiva.

Il grosso problema è che oggi il porno su internet non è come il porno della rivista Playboy delle generazioni precedenti. Citando dozzine di studi, Foubert sottolinea che la ricerca di film pornografici più popolari ha rilevato come nell’88% delle scene ci sia un’aggressione verbale o fisica, di solito verso una donna. E che il 95% delle volte in cui un uomo è violento o degradante nei confronti di una donna, questa violenza viene mostrata come gradita o accolta senza obiezioni da quest’ultima.

Gli adolescenti senza nessuna formazione affettiva alla sessualità interpreteranno ciò che vedono. La pornografia insegna ai ragazzi a colpire le ragazze e mostra alle ragazze come questa violenza debba piacere loro per forza.

Lontano dal ridurre la violenza sessuale, l’uso della pornografia alimenta in realtà una cultura che considera le donne come oggetti sessuali e accetta lo stupro.

L’educazione sessuale può contribuire ad arginare il problema delle violenze?

L’educazione affettiva alla sessualità educherebbe al rispetto reciproco, quindi probabilmente all’eliminazione degli stereotipi culturali e religiosi che hanno subito una stratificazione soltanto di duemila anni. E’ assolutamente umano che ad una repressione – in qualsiasi ambito, ma in questo caso quello sessuale – si debba poi ovviare con la trasgressione. Per questo esiste una proliferazione di “perversioni” rispetto alla naturalezza della sessualità che fa parte dell’evoluzione dell’essere umano.

Ma quindi il porno è da abolire?

Il porno più che essere abolito andrebbe cambiato. Cito il grande lavoro di “conversione” che sta facendo da diversi anni la regista svedese Erika Lust con il porno-etico o femminista. Volto a considerare la donna non come uno strumento, ma come un “soggetto” del piacere, dimostra che il piacere femminile è importante e quindi una discriminante fondamentale del rapporto.

Il porno femminista non è fatto esclusivamente per le donne. Può essere hardcore, può essere BDSM, può essere qualsiasi cosa e soddisfare tutti. Solo non si accettano scene di abusi, coercizione, pedofilia o feticizzazioni, né categorizzazioni in generale. Secondo Erika Lust in questo modo il porno ha il potere di liberare l’essere umano. Poi, quando i film porno fatti da uomini e quelli fatti da donne si equivarranno, non ci sarà più bisogno di pornografia femminista.