Le recenti inchieste e la possibilità che venga candidato alle europee nelle liste della Lega hanno fatto tornare in auge il il Generale Vannacci. Un personaggio che continua a far dividere, anche dopo che le luci della ribalta per lo straordinario successo del suo libro si sono affievolite. “Vannacci ci ha ridato l’ebrezza del politico che nasce dal libro. Erano anni che in politica non entrava qualcuno spinto dal successo di un libro, cioè spinto esclusivamente dalle proprie idee”. Questa l’analisi di Boni Castellane che riflette sulla possibile ascesa politica di Vannacci: “Perché è vero che è un generale, è anche vero che oggi come oggi non interessa nessuno candidare un militare, poteva essere una cosa degli anni ’70.
Invece il fatto che scriva un libro, venga notato dal sistema mediatico avverso, venga quindi anche in maniera abbastanza goffa indicato come nemico un po’ in maniera comica, facendone un ritratto calcato sopra le righe. Invece questa cosa gli è scoppiata tra le mani hanno creato un personaggio, il libro ha avuto grande successo, grande diffusione soprattutto le idee che sono contenute nel libro e ha creato quella tipica situazione che avviene solo a destra È una situazione culturale tipicamente di destra e cioè quella sorta di presa d’atto che c’è qualcuno che finalmente dice come stanno le cose. La presa di contatto con la realtà che è la radice stessa della politica di Destra, dell’antropologia di Destra.
Questa cosa io la ritengo molto interessante perché io vedo Vannacci come un pezzo di inizio ‘900, di fine ‘800 che si ripresenta a inizio degli anni 2000, quindi l’ho sempre apprezzato proprio per questo suo anacronismo. Adesso vedremo se si candiderà“. Per quel che riguarda le inchieste il punto lo fa Francesco Borgonovo, che sottolinea anche le tempistiche con le quali sono arrivate certe “segnalazioni”: “Ci sono degli esposti di un paio di associazioni e un sindacato militare, però non è ben chiaro, sicuramente c’è qualcuno che ha stuzzicato, non è che la Procura da sola, peraltro il libro è uscito da un sacco di tempo ormai, potevano anche muoversi prima, adesso ovviamente suona un po’ sospetto, però questo è quanto, sicuramente ci sono stati due esposti.
Del resto le argomentazioni del libro sono talmente neutre, nel senso dal punto di vista dei reati non si può ravvedere proprio niente di legge, anzi se dobbiamo imputare a Vannacci una colpa è quello di essere stato fin troppo morbido nel suo libro, quindi indagarlo per odio razziale è qualcosa di assolutamente sopra le righe, probabilmente gli staranno facendo un po’ di campagna elettorale”.