Mai come in questo periodo storico le politiche europee sono state messe in discussione dai cittadini dei Paesi membri. Le proteste degli agricoltori sono solo un esempio emblematico di un fenomeno diffuso, che comprende molti dei settori produttivi europei. Le decisioni della Commissione Europea sono contestate in maniera costante, la popolarità della Von der Leyen è a dir poco bassa. Francesco Borgonovo nella sua rubrica Punto e Accapo racconta così il periodo storico che stiamo vivendo: “La situazione dei vertici europei è traballante. Abbiamo visto le proteste dei trattori che mentre in Italia sono un po’ rallentate, anche dopo che Lollobrigida si è esposto, in Europa non sono finite, perché anche ieri c’è stata un po’ di maretta, ci sono stati scontri, lancio di fumogeni. C’è un malumore che si sta diffondendo e forse anche concretizzando senza risposte politiche chiare”.
Sulla stessa linea d’onda Boni Castellane, che è molto duro nel giudizio sull’operato delle istituzioni europee: “Se dovessimo far finta di essere degli osservatori competenti e neutrali non potremmo certo esimerci dal constatare come questa legislatura dell’Unione Europea sia stata francamente disastrosa: la gestione interna, la guerra agli agricoltori, la guerra alle produzioni automobilistiche, la guerra all’industria di casa, la svendita alla Cina di interi settori, la gestione pandemica demenziale, gli sms che scompaiono, gli accordi con le case farmaceutiche.
Siamo veramente di fronte a un organo che è espressione di una democrazia delegata, di una democrazia rappresentativa talmente delegata, talmente lontana da non risultare neanche più una reale forma democratica. Dalla democrazia diretta che è quella del sindaco del paesino di miglia di abitanti che viene eletto direttamente, al quale tu vuoi chiedere le cose telefonandogli o incontrandolo per strada, si arriva al minimo, al simulacro della democrazia che è appunto Bruxelles, che è l’Unione Europea, cioè un luogo dove tu eleggi un rappresentante che a sua volta elegge qualcun altro, che poi elegge qualcun altro, che poi elegge un’altra assemblea e lì si fanno i giochi delle lobby sostanzialmente. Chi ha un potere contrattuale lo mette in campo e agisce di conseguenza. Quello che stiamo vedendo in questi giorni a mio parere è molto interessante, io lo leggerei come una contrapposizione tra due modalità di dissenso. In Francia si è visto il movimento dei Gilet gialli. Tantissime persone che andavano in piazza tutte le settimane facevano scontri, contestazioni e sostanzialmente Macron se n’è fregato, ha gestito le cose col pugno duro della polizia, da parte della sinistra questo andava benissimo, spaccavano le teste per strada che era un piacere, andava bene tutto così.
Loro non hanno ottenuto niente, invece cinquanta trattori organizzati hanno fatto in un mese, in due mesi, hanno fatto più di 2 milioni di gilet gialli sparsi per tutta la Francia che ogni sabato andavano in piazza a protestare”.