La guerra in Ucraina sembra prendere sempre più piede negli affari europei.
O meglio, il “supporto” occidentale è stato fin dall’inizio del conflitto un punto fermo dell’esecutivo di Ursula von der Leyen.
Ma quel supporto si è poi largamente ampliato con costanza, fino al maxi finanziamento da 50 miliardi di fondi UE per l’Ucraina, combattuto fino all’ultimo perché serviva convincere Orban a togliere il veto. Una volta convinto il premier ungherese, l’Europa ha confermato l’ennesimo aiuto per combattere la Russia. Un operazione molto dibattuta, anche in Europarlamento a Strasburgo.
Un esempio lo è stato Mislav Kolakušić. Il 13 dicembre, in occasione della “Preparazione della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023”, il deputato croato ha preso parola in plenaria per dire la sua direttamente alla Presidente della Commissione Europea.
Non si è risparmiato però neanche un riferimento scottante sulla vaccinazione anti Covid 19.
“Dopo che si è affermata ‘dea della salute’ e dopo aver bruciato 70 miliardi di euro dei cittadini europei per vaccini contraffatti che hanno ucciso almeno 12.000 cittadini UE, ora si afferma come ‘dea della guerra’. Dopo che centinaia di migliaia di persone sono morte nella guerra in Ucraina e milioni di persone sono dovute scappare dall’Ucraina, lei ora vuole prolungare quell’agonia e prendere altri 50 miliardi di euro dai cittadini UE. E quale sarà la conseguenza? Ci sarà la pace? No. Moriranno almeno altre 100.000 persone che non morirebbero se fermassimo questa guerra. Come si ferma? Coi negoziati. Non con l’invio di armi. Non con la morte di altri giovani“.
L’intervento sottotitolato in italiano.
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