In Francia l’aborto è ufficialmente un diritto, in Italia resta ancora una possibilità. Il diritto all’interruzione della gravidanza è stato approvato in Costituzione con una netta maggioranza, circa 780 voti a favore. Macron ha detto che la nazione ha lanciato un “messaggio universale”. Si tratta di un passo importante per il Paese e forse anche per il resto del mondo. La Francia è la prima nazione che ha deciso di inserire il diritto all’aborto all’interno della sua Costituzione. A testimonia di questo messaggio universale, Parigi ha deciso di illuminare la Tour Eiffel esibendo la scritta: “Mon corps, mon choix” ovvero: “mio il corpo, la mia scelta”.
Ma cosa ne pensa il movimento Pro vita dell’interruzione volontaria della gravidanza? Ascoltiamo Maria Rachele Ruiu del Direttivo Pro Vita e Famiglia, intervistata da Francesco Borgonovo.
“Io penso che ci sia un profondo inganno, perché lo chiamano diritto delle donne, mentre è il diritto della società di abbandonare una donna e suo figlio in difficoltà. Significa indicare i nostri figli, come il problema da eliminare, invece di fare in modo che gli impedimenti che rendono difficile una gravidanza possano essere superati. Non ci si preoccupa delle difficoltà socioeconomiche della donna, della conciliazione tra famiglia e lavoro perché tanto esiste la contraccezione. L’aborto ferisce la donna: lo chiamano diritto delle donne ma dà solamente il potere agli uomini, di potersi lavare le mani quando mettono incinta una donna. Continuano a negare ancora nel 2024, che quello che è nella pancia della madre è un figlio e non un grumo di cellule e che poi la donna non abbia delle conseguenze fisiche e psicologiche. Per questo motivo penso che debba esistere il diritto a non abortire, per cui se una donna non può prendersi cura del figlio, ha il diritto di essere accompagnata e non abbandonata alla solitudine” afferma Ruiu.
L‘aborto in Italia è un procedimento garantito dalla legge ma difatti non è inserito nella Costituzione. Cosa accadrebbe se venisse approvato anche in Italia? Secondo Ruiu si tratterebbe di cancellare l‘obiezione di coscienza, ma ciò che è successo in Francia non può essere replicabile anche in Italia. “In Francia continuerebbe a essere da padrona la legge più che la Costituzione: per fortuna è una vittoria ideologica. Mentre qui in Italia sarebbe più grave perché la Costituzione regge tutto il nostro ordinamento. Cadrebbe il principio guida del “non uccidere”.
“Evitiamo di fare la fine della Francia per paura di esprimerci e dire la nostra opinione. Potremmo ricordare alla Francia che una società si giudica, anche in base a quanto si prende cura degli ultimi, per esempio dei bambini nella pancia della mamma e delle mamme in difficoltà di fronte a una gravidanza inaspettata“.
Il punto fondamentale secondo Ruiu è l’inganno che si cela dietro all’aborto, invisibile e ben congeniato. Lo Stato paga alle future mamma una scappatoia che non è una scelta, ma una soluzione “accompagnata” che è l’aborto. Se però la donna volesse portare avanti la gravidanza, lo Stato non le proporrebbe nessuna soluzione per affrontare gli impedimenti di una futura gravidanza. “Chiediamo alla società di porre su un piatto d’argento le soluzioni per superare le paure e le difficoltà di una donna. Questo perché una donna abortisce quando pensa di non poter fare altrimenti, come un animale in trappola si strappa una zampa pur di sopravvivere: si tratta di una legittima difesa. Nei fatti, la donna viene aiutata solo se abortisce, ma dovrebbe essere aiutata anche con un figlio a carico. Chiediamo che alle donne venga data davvero un’altra possibilità, che ad oggi non viene data, ed è molto grave”.