C’è stato un tempo in cui per fare carriera nel mondo dei media era necessario il cosiddetto “cursus honorum”: prima un bel corso di dizione, poi radio, infine TV e poi cinema, in base alle attitudini.
E’ più o meno come ha funzionato dalla mattina del 3 gennaio 1954, quando Fulvia Colombo annunciava l’avvio delle trasmissioni della Rai. Claudio Lippi l’ha vissuta, la famosa epoca dell'”alfabetizzazione”; quella in cui la TV insegnò l’italiano a milioni di spettatori e le trasmissioni a un certo punto terminavano dando la buonanotte.
Ecco perché non è idealizzazione del passato, quella che facciamo oggi ricordando i grandi maestri che calcarono le scene nella prima epoca del “mediaevo”.
Se è vero che oggi sempre più specializzazioni vengono richieste ai giovani esordienti della TV o della radio, lo è altrettanto che di rimando, sottovalutiamo quello che un tempo formava i giovani Mike Bongiorno, Renzo Arbore e, appunto, Claudio Lippi.
Quest’ultimo cominciò con la radio nel ’72 per poi approdare nel piccolo schermo: e qualche ascoltatore lo ricorda nitidamente pure nella sigla dei Barbapapà.
Ascoltate l’intervista da Fabio Duranti.
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