L’attività di monitoraggio sugli interventi del Superbonus finanziato coi fondi del PNRR è intensa, coinvolgendo così diverse istituzioni europee e italiane. A livello comunitario la Corte dei Conti europea, la Procura Europea, la Commissione Europea, eseguono dei controlli, mentre in Italia l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza e altri vigilano sull’efficienza degli interventi.
Il decreto PNRR mira a coordinare questi controlli, semplificando così il processo di rendicontazione e trasparenza.
La missione 2 del PNRR finanzia il cosiddetto “efficientamento energetico” degli edifici con l’obiettivo di ristrutturare e riqualificare 35,8 milioni di metri quadri entro il 2025. Si tratta di interventi di ristrutturazione profonda e soltanto quelli privi di frodi o di irregolarità sono considerati per il cosiddetto finanziamento. Ebbene, nel 2023 sono stati rendicontati, secondo recenti notizie del Sole 24 Ore, oltre 60.000 interventi, corrispondenti a circa 200.000 appartamenti e 17,5 milioni di metri quadri di superficie ristrutturata.
Emerge ora però un dilemma fondamentale sul PNRR, cioè la necessità di bilanciare la rapidità e l’efficacia con i controlli rigorosi per garantire la legalità e la coerenza, voluti ovviamente con gli interessi dell’Unione Europea.
La fretta esposta quindi al rischio di abusi comprometterebbe l’efficacia delle azioni. Ma il punto è un altro.
Il punto è: queste indicazioni di ristrutturazione degli edifici, queste politiche cosiddette green, sono veramente eque?
Consentono a tutti i cittadini di dare il loro contributo all’ambiente e nello stesso tempo di salvaguardare il diritto alla proprietà privata, alla casa, al proprio patrimonio passato di generazione in generazione? Io ne dubito. Ne dubito perché In Italia noi abbiamo un grande patrimonio immobiliare privato che è di estremo interesse per il mondo speculativo finanziario estero.
E il rischio per il proprietario di passare da proprietario ad affittuario perché non ha i soldi per ottemperare agli obblighi di legge secondo me è un rischio più che reale.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi