C’è una narrazione che ben conosciamo, quella delle chiusure che salvano, del governo che fece il massimo, dell’Italia che fu sfortunata a capitare subito dopo la Cina. E’ quella che ormai 4 anni fa nacque nel pandemonio di Bergamo: scene raccapriccianti si vedevano in TV, tra medici bardati con buste dell’immondizia per l’assenza di presidi sanitari e indiscrezioni di pazienti lasciati morire per la mancanza dei posti letto.
Poi c’è una narrazione che meno persone – poche rispetto alla totalità – conoscono tuttora, a più di 1400 giorni di distanza. Quella che vede un avviso dell’OMS recapitato ai governi il 5 gennaio 2020 con tutte le direttive. Quella che si chiede come mai il governo abbia deciso in quei giorni di mandare tonnellate di mascherine dall’altra parte del mondo. Quella che, amaramente, vede abbracci e storie di vita al posto di una sedia vuota.
Ma nell’Italia post-pandemica si fa fatica ancora nel 2024 a chiedere chiarezza. Non per il rimpianto e il lutto, ma per coercizione e pressione sociale: complottista chi chiede di sapere, cospirazionista chi dubita.
Ma il lavoro di Consuelo Locati, avvocato dei familiari delle vittime e legale dell’associazione “#Sereniesempreuniti”, è proprio chiedere trasparenza. Così come quella commissione covid che qualcuno ancora ostacola: “I dieci giorni di ritardo hanno cagionato più di 4mila vittime che potevano essere evitate”, dice Locati.
“Qui non si tratta di essere per le chiusure“: la postilla di Francesco Borgonovo è necessaria, “si tratta di capire se le misure sono state scientifiche, quindi si sono adattate alle condizioni che cambiavano, o se sono state ideologiche, quindi se si è adattata la realtà ai propri schemi mentali“. Il riferimento è al lockdown, che secondo il filone dell’accusa, ormai il 9 marzo sarebbe stato totalmente inutile, così come tutti i successivi.
“Ci avevano promesso chiarezza ma non è stata fatta, speriamo che quantomeno questa Commissione cerchi di farla per quanto possibile”, dice Consuelo Locati, “Il dato allarmante è il seguente: il nuovo piano pandemico dimostra che non abbiamo imparato dagli sbagli. Se si continua a negare che non si sia operato nell’interesse preminente della vita è chiaro che non si può imparare nulla e non si possono adottare soluzioni future. A distanza di 4 anni non si è risolto nulla”.
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