“Fisco, lo Stato si è arreso”
È questo il titolone melodrammatico che repubblica sceglie per annunciare agli italiani la nuova riforma, in vigore dal 2025, del fisco italiano.
Cosa prevede la suddetta? Dal 2025 l’Agenzia delle Entrate dopo cinque anni di tentativi di riscossione, se impossibilitata, cancellerà i debiti del contribuente. Ammonterà a circa 600 miliardi l’ammanco nelle casse dello stato a seguito di multe, tasse e contributi che non saranno riscosse.
La neonata riforma rappresenta l’ennesima dimostrazione di un’eccessiva pressione fiscale che grava sulle teste dei cittadini italiani, a tal punto da dover prendere provvedimenti di questo tipo, alla faccia di chi “l’Italia è un popolo di evasori”
Gabriele Guzzi, economista, saggista e scrittore, ha spiegato ai microfoni di Francesco Borgonovo come il problema principale del fisco italiano non sia l’evasione, bensì qualcos’altro: “Mi sembra che questa questione sia molto simile a quella del Green, cioè appunto il sistema coglie un punto reale, ma poi lo mistifica e lo traduce in politiche che aumentano la disuguaglianza invece che diminuirla. Perché dobbiamo dirci che oggi nel sistema economico in cui viviamo, i veri ricchi sostanzialmente non pagano neanche un euro di tasse. Attraverso delle operazioni finanziarie, sostanzialmente di debito e di credito, i grandi miliardari sostanzialmente non pagano neanche il 2-3% di tasse sui loro redditi. E grazie alla libera circolazione dei capitali, cioè allo stradominio delle grandi ricchezze che ha vinto negli ultimi 30-40 anni, possono portare i loro redditi, le loro aziende nei paradisi fiscali, sostanzialmente eludendo l’imponibile agli stati in cui questi redditi sono generati“
“E noi qui dobbiamo sapere” conclude Guzzi “che proprio in questi giorni l’Olanda è diventata il paradiso fiscale più importante al mondo. Cioè, in Europa, patria dei valori, patria dei cosiddetti valori della democrazia, eccetera, abbiamo il paradiso fiscale più grande al mondo e non solo l’Orlanda, ce ne sono molte altre, l’Irlanda, il Lussemburgo, che vivono proprio sottraendo agli altri partner europei risorse fiscali. Quindi è questo il problema, non tanto l’evasione che dal mio punto di vista va anche combattuta, cioè di certo non vanno legittimate operazioni che minacciano il tessuto sociale, ma l’elusione fiscale che è sostanzialmente l’evasione per i ricchi, per le grandi aziende che riescono semplicemente a spostare attraverso delle società vuote o delle società di comodo questi redditi in altri paesi“