“Anche i contanti inquinano”: l’ultima ecofollia per spingervi al carcere digitale

E adesso Il Sole 24 Ore, che è poi l’osservatore romano della globalizzazione turbo-capitalistica, tiene a farci sapere con un documentato articolo che il danaro contante inquina. Proprio così, il danaro contante produce inquinamento. A scoprirlo e a renderlo noto è stata soprattutto la Fondazione Ambrosetti, che ora ci spiega un motivo in più per cui dovremmo abbandonare il danaro contante e convertirci alle ragioni della cashless society, così l’ha battezzata la neolingua orwelliana, vale a dire la società senza contante, la società coi pagamenti interamente digitalizzati.

Peraltro, con qualche semplice indagine, scopriamo che già nel 2020, ad esempio, Visa, il noto marchio delle carte di credito, aveva pubblicato una sorta di studio in cui proponeva un risultato analogo: il danaro contante inquina. Certo, qualcuno meno propenso ad accettare tutto a scatola chiusa potrebbe pacatamente far notare che le entità che effettuano la ricerca, Visa e Ambrosetti, e quelle che la diffondono con entusiasmo, il Sole 24 Ore, non sono propriamente neutrali e forse hanno una loro precisa collocazione ideologica, e non solo ideologica.

A ogni modo, adesso scopriamo che il contante deve essere abbandonato non solo perché favorisce, come già ci dicevano, l’evasione fiscale, ma anche dacché promuove l’inquinamento ambientale. Sul tema dell’evasione fiscale, in verità, già ci siamo più volte soffermati.

I massimi evasori fiscali non usano il contante e alcuni di loro, peraltro, sono evasori a norma di legge, dacché regolarmente pagano il 3% di tasse e non oltre per i loro profitti, con parecchi zero dopo la virgola. Il paradosso, lampante, è che se l’evasione avviene con il danaro digitale ancor più che con il danaro contante, e per combatterla bisogna annullare il mezzo con cui avviene, allora ne segue more geometrico che bisognerebbe annullare, insieme con il contante, anche il danaro digitale. E invece no, ovviamente.
La verità, non detta perché non dicibile, è che la battaglia contro il contante viene nobilitata come battaglia contro l’evasione fiscale e ora anche come battaglia in difesa dell’ambiente, ma in realtà è semplicemente lotta contro il contante.

L’ordine della globalizzazione neoliberale turbo-capitalistica aspira a rimuovere il danaro contante con un obiettivo davvero di chiarezza adamantina: traslare tutto il danaro sotto il controllo monopolistico delle banche, che poi potranno in regime di monopolio applicare i costi di transazione che vorranno. Ancora, rendere possibile il controllo e il tracciamento totale dei cittadini, secondo i moduli di quello che è stato definito il capitalismo della sorveglianza. Ancora, abolire ogni forma di contatto materiale con il danaro e promuovere la virtualizzazione e l’indebitamento. Infine, poter praticare quello che già da tempo viene appellato debanking, ossia la chiusura, protempore o definitiva, dei conti di chi pensa o agisce altrimenti, come già peraltro avviene per i profili social.

Insomma, per ricapitolare in maniera sintetica, loro, che inquinano il mondo con fabbriche multinazionali e con jet privati, vogliono imporci la casa green per l’ambiente, mica per il loro profitto! Loro, che sono i massimi evasori, magari anche a norma di legge, vogliono eliminare il contante per combattere l’evasione, mica per il loro interesse bancario! Ancora, loro, che sono i più efferati fautori della guerra, producono armi e lanciano bombe dacché vogliono la pace, mica per il loro interesse economico!

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – con Diego Fusaro