Marzo è un mese tremendo per la Fiorentina. Ieri, 19 marzo, Barone, nel giorno del suo onomastico, alla vigilia del suo cinquantottesimo compleanno che cade oggi, sei anni fa, il 4 marzo, ha stori. Le parole suonano vane per lenire il dolore lancinante per la scomparsa di un dirigente la cui eredità morale è preziosa e rara. Ricordo due incontri con Barone. Il primo, l’8 dicembre 2019, quando la mattina di Torino-Fiorentina salimmo a Superga per accompagnare Rocco e Commisso a rendere omaggio agli invincibili. La seconda, fu la volta del 20 maggio 2021, in pieno cantiere del Viola Park.
Stava nascendo il meraviglioso capolavoro di Bagno a Ripoli, orgoglio della fiorentina commissiana, letteralmente il gioiello di Joe, perché basta chiediate nel mondo Viola chi, più di ogni altro, nella realizzazione dell’opera abbia speso tanta passione, tanto entusiasmo, quanta fatica abbia profuso, e vi risponderanno sempre Joe Barone, il quale, insieme con il suo Presidente, suo autentico fratello maggiore, non finiva più di raccontare per file e per segno il progetto del centro sportivo, entusiasmandosi per ogni particolare, avvertendo quale sarebbe stata la sua dimensione di assoluta eccellenza internazionale. L’Italia vedrà una cosa che non ha mai visto, il Viola Park sarà la bellissima casa della Fiorentina, renderà unica e indimenticabile la presidenza di Rocco, consegnandola alla storia del calcio italiano.
Barone diceva il vero, e diceva il vero reclamando, protestando, urlando, che la Viola doveva avere la possibilità di costruire il proprio stadio, a proprie spese, e l’avrebbe costruito di sicuro, se gliel’avessero permesso. Così non è stato, e in morte di Joe bisogna ricordare quanta rabbia, quanta delusione, quanta frustrazione abbia provato l’uomo che del fast, fast, fast di Rocco era l’interprete naturale. Come sei anni fa nel nome di Davide, adesso nel nome di Joe, la Fiorentina e la sua gente sono chiamate un’altra prova di coraggio e di forza d’animo.
Non sono soli. Domenica, a Bergamo, mentre le prime drammatiche notizie sul malore del direttore generale si susseguivano, l’immediata adesione dell’Atalanta e della Lega alla richiesta di inviare la partita è stato un segno di concreta e significativa solidarietà. volato alto sopra la rivalità sportiva fra i due club, consolidatasi negli ultimi anni e sublimata nella stagione attuale dalla rincorsa a un posto in Champions League e dalla doppia semifinale di Coppa Italia. Ha ricordato Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli. Non dimenticherò mai quella mattina di inizio luglio 2019. Erano più o meno le nove e mi squillò al telefono un numero anonimo. Buongiorno sindaco, sono Giuseppe. Giuseppe chi? chiesi io. Giuseppe Barone. Ah, Joe Barone! Sindaco, possiamo parlare di quell’idea di cui ci hai parlato? Da lì parte la nostra amicizia che, insieme a Rocco e a tutti gli altri protagonisti, ha portato a realizzare il Viola Park, la casa del popolo Viola, come amava ripetere Joe, perché si era innamorato della Fiorentina e il suo intento, come per la società, è sempre stato quello e solo quello di far crescere il club e di portare la Fiorentina in alto dove si merita. La casa del popolo Viola. Joe non poteva trovare una definizione migliore per casa sua.
Il ricordo di Xavier Jacobelli su Joe Barone