Tornano i famigerati “gradi percepiti”, sbattuti sul titolo tanto a fare rumore quanto a confondere le acque di un cambiamento climatico che così, con questa comunicazione, produce scettici a gogo.
Stavolta l’ennesimo allarme arriva dal Brasile: la rilevazione della suddetta temperatura “percepita” a Rio de Janeiro è stata effettuata nel quartiere di Guaratiba dagli esperti locali di allerta meteo. La misurazione è avvenuta il 17 marzo alle 9:55 ora locale. Secondo gli esperti, la “sensazione termica” è il risultato del connubio tra temperatura e umidità relativa: più questi valori sono elevati, maggiore è la sensazione di calore.
Sensazione, appunto. Una misurazione così soggettiva che si fatica a capire come diventino 62,3°, calcolando pure i decimi per giunta.
Il dato rilevante però è quello della temperatura effettiva: anche nelle zone più calde del mondo, come la Valle della Morte o il Sahara, non si sono mai superati i 55 gradi.
“La scienza riguarda ciò che è universalizzabile, quindi si confuta da sé la teoria di una percezione scientifica. Non esiste una percezione scientifica, i percepiti sono per definizione cangianti, soggettivi, mutevoli e la scienza dobbiamo farla, intesa in ogni determinazione della scienza, perché anche la filosofia è una scienza, è la scienza della totalità“.
A parlare è il filosofo e saggista Diego Fusaro: “Leggevo l’altro giorno un articolo di un Tg regionale, credo della Lombardia, che diceva che nel Lago di Garda c’è tanta acqua. Non occorre la scienza infusa per sapere che nel Lago di Garda c’è tanta e tanta acqua. Poi magari l’articolo intendeva dire che è piovuto molto e quindi ce n’è più del solito, però fare un articolo con quel titolo, converrete con me, non è propriamente geniale come mossa“.
Questo anche perché tanti clic non equivalgono a tanta credibilità, cari giornaloni.
Ascoltate il commento di Diego Fusaro e Fabio Duranti | “Un Giorno Speciale”, 19 marzo
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