Negli atenei italiani attualmente la parola d’ordine si tramuta in boicottaggio: nessun ‘cessate il fuoco’ è servito fino ad ora per placare il genocidio in atto a Gaza. La guerra tra Israele e Palestina continua e gli studenti italiani bloccano qualsiasi tipo di cooperazione con Israele al grido di “Fuori i sionisti”.
Sulla questione Francesco Borgonovo intervista Savino Balzano e in diretta quest’ultimo afferma: “da un lato ti dico che sono assolutamente dalla parte degli studenti. Quando ero all’università anche io facevo movimentismo e protestavo. Dico, se gli studenti non assumono una iniziativa di protesta mentre in atto un genocidio da parte di un governo criminale che è il governo di Israele nei confronti di poveri civili, allora mi domando quando questi studenti debbano protestare.
Certo interrompere i rapporti con Israele risulterebbe certamente controverso e dopotutto Noi abbiamo criticato quando qualcuno andava a rompere le balle a un direttore d’orchestra semplicemente perché era russo, andare ad interrompere rapporti con un ateneo semplicemente perché è israeliano, lo trovo un po’ contraddittorio. Auspicherei un embargo, pacchetti di sanzioni economiche soltanto per cominciare, perché questo disastro ad opera di questo governo e del suo paese deve essere interrotto. Mi sono letteralmente rotto le scatole, e cerco di essere ecumenico, del fatto che ogni volta che tu critichi Israele devi essere tacciato di antisemitismo. Questo è un paravento che non può più essere tollerato. Questo però è un brutto vizio, perché ci sono opposti estremismi anche qui, da un lato ci sono quelli che non facciamo parlare Molinari, che secondo me è una cosa sbagliata, dall’altra parte ci sono quelli che se appena apri bocca su una roba, sei antisemita”.