Nel nostro Paese gli over 64, con un reddito basso ma non bassissimo, hanno perso addirittura il 18% di potere d’acquisto, mentre i pensionati nella fascia più bassa, cioè nella fascia inferiore del reddito, hanno lasciato per strada circa il 13% del potere d’acquisto. Si tratta delle percentuali peggiori tra i grandi paesi europei. In Germania, per esempio, nessun pensionato ha visto calare di oltre il 10% il proprio potere d’acquisto. E l’altra notizia quindi è che nell’Unione Europea calano i redditi dei pensionati italiani e redditi dei salari italiani.
Infatti in Italia noi abbiamo retribuzioni che sono scese nell’ultimo trimestre 2023 dello 0,1% mentre nell’eurozona sono salite del 3,4%. È una situazione paradossale, cioè l’Italia registra un declino dello 0,1% del costo della mano d’opera nel quarto trimestre 2023, unico paese europeo in calo, mentre nell’eurozona c’è un aumento giusto dei salari del più 3,4%. La variazione degli stipendi negativa nel nostro Paese impatta sul potere d’acquisto perché amplia il divario con il resto dell’Europa.
Nel dettaglio i salari nell’eurozona sono cresciuti del 3,1% nell’ultimo trimestre e la cosa assurda è che noi abbiamo avuto invece un calo in Italia nel 2022 e anche a seguito del 2023. Insomma, gli aumenti più significativi si sono registrati nei settori minerari, estrattivi, approvvigionamento idrico, trasporti, servizi amministrativi e commercio, ma il dramma è che l’Italia ha registrato un calo dello 0,1% nelle retribuzioni orarie nominali mentre altri Paesi come Romania, Ungheria, Polonia hanno avuto aumenti negli stipendi di oltre il 10%. Insomma, non so come dirlo, noi in questa Unione Europea stiamo diventando sempre più poveri e gli altri sempre più ricchi.
Questi dati quindi mettono in discussione le preoccupazioni della Banca Centrale Europea ma soprattutto ci fanno capire che una banca centrale non può non tenere conto delle differenze periferiche tra i Paesi membri. L’Italia ha un problema perché gli anziani stanno perdendo potere d’acquisto sulle pensioni. L’Italia registra l’inflazione più bassa dell’eurozona e questo è un risultato che dimostra come siano del tutto inattendibili, del tutto illogiche e veramente gravi le decisioni della Banca centrale europea la quale non fa scendere i tassi e quindi conseguentemente crea ulteriormente dei problemi agli investimenti ai posti di lavoro e di conseguenza ai salari.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi