Le prime TV a colori, una pipa in bocca e tanta schiettezza. Il discorso di fine anno del 31 dicembre 1981 con Capo dello Stato Sandro Pertini, è una di quelle parentesi che ci lasciano l’amaro dell’essere andati avanti. Quello che colpisce, a quasi 50 anni di distanza, non sono però solo i modi dell’indimenticato esponente che contribuì alla stesura della nostra Costituzione, ma anche il contenuto: un contenuto più attuale che mai.
“Siamo preoccupati di quanto sta avvenendo nel Medio Oriente. Un focolaio di guerra è acceso. L’Iraq e l’Iran si combattono in una guerra stolta e folle. Israele ha occupato ed occupa territori altrui. Ora io questo vorrei dire al popolo di Israele. Siamo sempre stati al suo fianco, al fianco degli ebrei quando erano perseguitati; ma gli ebrei non sono stati perseguitati, prima di avere uno Stato, nell’Oriente, dagli arabi. Sono stati perseguitati in Europa, dagli europei. E finalmente, poi, dopo la prima guerra mondiale, ebbero un territorio ed una Patria. E quindi anche un territorio ed una Patria, a mio avviso, devono avere i palestinesi, altrimenti non vi sarà mai pace nel Medio Oriente.
E abbiamo ragione di preoccuparcene, perché da un piccolo incendio può derivare un più vasto incendio, e dai conflitti che si svolgono nel Medio Oriente potrebbe domani accendersi quella che è la terza guerra mondiale. Sarebbe la fine dell’umanità. Siamo preoccupati, noi abbiamo assistito ai funerali del Presidente Sadat assassinato dai fanatici. Stava operando per la pace nel suo Paese e fra Israele e il Mondo Arabo.
Ebbene noi abbiamo assistito a quei funerali; vi abbiamo assistito con un animo colmo di angoscia. Sono situazioni che riguardano tutti noi, non possono essere circoscritte al popolo e alle Nazioni in cui si svolgono, riguardano ognuno di noi, ogni uomo che ama la libertà e ogni uomo che ha a cuore la pace. Noi siamo preoccupati, ripeto, per la pace. Io qui ho parlato, ho ricevuto scienziati che sono venuti a dirmi quali sono i pericoli che sovrastano l’umanità. Se per dannata ipotesi, italiane e italiani che mi ascoltate, la terza guerra mondiale dovesse esplodere, sarebbe la fine del nostro pianeta…“.
Che differenza con certi sermoni di istituzioni che oggi paiono aver dimenticato quel buon senso.
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