Dopo una recente cessione di una parte di azioni di Monte dei Paschi di Siena, da parte del Tesoro, il mercato sembra speculare sul futuro della banca più antica, forse più nota tra quelle italiane, e sulle mosse del suo principale azionista. Il Tesoro detiene ora soltanto una quota inferiore, al 33%, e questo rende più contesa la governance dell’istituto. Con una vendita rapida, il Governo ha ceduto il 12,5% del capitale a 4,150 euro per azione, incassando 650 milioni di euro.
Questo segnale indica un’apertura da parte del Governo per ridurre ulteriormente il proprio controllo sulla banca. Ovviamente si rincorrono le voci sul mercato e ci sono possibilità future, secondo alcuni includono o includerebbero una fusione con Unicredit, oppure con Banco BPM, oppure con Unipol, oppure il mantenimento temporaneo della partecipazione statale rinviando la questione del cosiddetto consolidamento a dei tempi migliori. Insomma, con un dividendo attuale di 85 milioni di euro, il Tesoro ha incassato complessivamente circa 1,6 miliardi di euro dalla vendita delle azioni, mentre il CEO di MPS ha ricevuto un compenso inferiore al milione di euro.
Sembra che l’intenzione fosse quella di vendere solo una parte delle azioni per accontentare l’Unione Europea e mantenere il controllo, ma a vedere quello che succede sul mercato sembrerebbe che le cose non stiano andando esattamente nel modo preventivato, forse, dal mondo politico e dal Ministero. Forse con tutti questi movimenti che si stanno verificando, alla fine l’unica cosa che rimarrà stabile sarà il Consiglio di Amministrazione con dei bonus che forse verranno elargiti su di un piatto d’argento, come fa a osservare qualche giorno fa il Sole 24 Ore. Insomma la questione dei banchi è una questione complessa perché come io dico e scrivo da anni temo che si vada verso una sorta di oligopolio bancario composto da pochi grandi player e la cosa che io temo è il fatto che la politica di privatizzazione che abbiamo avviato circa 30 anni fa è stata una politica che non ha portato in parte i risultati sperati, soprattutto perché abbiamo perso il controllo delle banche che una volta potevano dirsi italiane.
Oggi andatevi a vedere, come ricordava l’ottimo Corrado Sforza Fogliani in un suo libro, siamo molto popolari qualche anno fa, andatevi a vedere le proprietà delle principali banche italiane e scoprirete che sono banche estere. Ecco, la mia frequentazione con quell’ottimo, saggio e purtroppo scomparso banchiere mi porta a dire, come diceva lui, che siamo in rischio di un oligopolio estero vestito.
Valerio Malvezzi – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi