Dopo il disastro che è rimasto nella storia, a Chernobyl le osservazioni scientifiche non si sono mai fermate. L’ultima notizia riguarda le specie animali che vivono ancora in quelle zone. I ricercatori dell’Università di Princeton hanno condotto un lungo studio sui canidi selvatici presenti in una zona protetta, scoprendo che, nel corso degli anni, la loro popolazione ha registrato un notevole incremento rispetto ai branchi presenti nelle aree circostanti. Questo fenomeno sembra essere attribuibile non solo alla ridotta interazione con gli esseri umani, ma anche a delle variazioni genetiche che potrebbero conferire una maggiore resistenza alle malattie, inclusi i tumori. Questi risultati hanno stimolato una collaborazione interdisciplinare tra i ricercatori coinvolti nel progetto e altri esperti del settore medico, al fine di esplorare eventuali applicazioni terapeutiche delle mutazioni genetiche individuate anche per la cura delle patologie umane.
Secondo Fabio Duranti, alla luce di tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi quattro anni, tra virus e cambiamenti genetici, questa notizia rappresenta un segnale importante non solo per le specie colpite da queste evoluzioni, ma anche e soprattutto per l’uomo: “La notizia è una di quelle destinate a suscitare interesse nel futuro, soprattutto per la comunità scientifica che cercherà di comprendere le ragioni di ciò che sta accadendo a Chernobyl. Infatti, tutti gli animali presenti nella zona, senza eccezione, sembrano vivere in modo tranquillo e addirittura prosperare. Questo fenomeno indica che forse non conosciamo ancora appieno la natura e mette in discussione le affermazioni autorevoli che abbiamo sentito in televisione, le quali hanno sempre sostenuto di conoscere tutto e che chi non segue certe indicazioni rischia di ammalarsi, morire o causare la morte agli altri. Ma riflettiamo su queste dichiarazioni: dovrebbero non solo suscitare rabbia, ma anche spingere coloro che le hanno fatte a chiedere scusa e a considerare di dedicarsi ad altre attività, poiché la vera priorità è la ricostruzione di un mondo e di una società“
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