La vendetta promessa dall’Iran per l’attacco a Damasco in cui morirono 16 persone è arrivata.
Nella notte tra Sabato e Domenica, oltre 300 attacchi hanno colpito Israele, il 99% dei quali intercettati.
All’ONU l’Iran si appella al proprio diritto di autodifesa e afferma la propria volontà di non dare inizio a una guerra contro gli Stati Uniti e a una pericolosa escalation: “Israele deve rispondere delle sue azioni, dei crimini e delle atrocità commesse. Il Consiglio di sicurezza deve agire tempestivamente. Qui non c’è nessuna guerra per procura e noi non vogliamo un’escalation del conflitto. L’Iran non ha intenzione di impegnarsi in un conflitto con gli Stati Uniti nella regione. Tuttavia, se gli Stati Uniti avviassero operazioni militari contro l’Iran, i suoi cittadini, o la sua sicurezza e i suoi interessi, l’Iran utilizzerà il suo diritto intrinseco a rispondere in modo proporzionato. Non avevamo scelta, abbiamo esercitato il nostro diritto di autodifesa”
Intanto dalla riunione del G7 convocato da Joe Biden arriva la ferma condanna agli attacchi iraniani e la richiesta di stroncare sul nascere una possibile escalation. Al termine della riunione, i vertici, da quanto si legge nel comunicato, hanno adottato una dichiarazione congiunta che condanna fermamente il lancio di droni e missili dall’Iran, ribadendo pieno sostegno alla sicurezza di Israele. I G7 hanno sottolineato l’esigenza di evitare un’ulteriore escalation, invitando le parti ad astenersi da azioni volte ad acuire la tensione nella Regione. A tale scopo, i G7 hanno rivolto un appello per porre fine alla crisi a Gaza attraverso la cessazione delle ostilità e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Hanno infine garantito la prosecuzione dell’aiuto umanitario verso la popolazione palestinese.
Netanyahu e i leader militari israeliani assicurano: “Al momento non estenderemo le operazioni militari”.
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