“I ragazzi non devono essere prelevati dalla scuola per essere portati all’esibizione della pattuglia acrobatica Frecce Tricolori alla base militare di Ghedi”. È questo un passaggio della lettera con cui 200 docenti si sono recentemente schierati contro l’iniziativa promossa dall’Aeronautica e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. I docenti hanno infatti scritto una lettera pubblica dal titolo ‘Il fascino indiscreto della guerra. Con la lettera prendono posizione contro le parole dell’ufficio scolastico territoriale di Brescia. Quest’ultimo ha inviato una circolare a tutte le scuole di ogni ordine grado per invitarle all’evento di martedì 16 aprile denominato ‘Mettiamo le ali ai nostri sogni’. Insomma, l’invito rivolto agli studenti è quello di andare a visitare le basi imperialistiche da cui partono gli aerei della NATO.
Le ali più che ai sogni le mettono alle bombe, magari anche alle bombe intelligenti. Si tratta, ebbene sottolinearlo, di un invito perfettamente in linea con il nuovo spirito bellico che si respira attualmente in un’Europa che ancora una volta ha tradito se stessa. L’Europa, come patria del concetto e della ragione, per dirla con Edmund Husserl, ancora una volta sceglie di tradire la propria identità e si fa strumento della guerra e dell’imperialismo. Oltre a questo aspetto, che naturalmente non deve essere in alcun modo trascurato, venne un altro su cui pure vorrei richiamare la vostra attenzione. La vicenda in questione segnala una volta di più il baratro in cui è inesorabilmente precipitata la scuola italiana. Anch’essa già da lungo tempo ha tradito la propria missione e la propria storia, ha abbandonato integralmente il proprio fondamentale ruolo educativo e formativo e si è fatta semplice avamposto di diffusione dei quadri ideologici e dei moduli di riferimento che sono poi quelli di completamento del nuovo ordine mondiale liberale atlantista con tanto di guerre incorporate.
Ai miei tempi, mi permetto un tuffo nel passato, quando ero studente a Torino, ebbene noi studenti venivamo ancora mandati a visitare il Museo Egizio di Torino, il Duomo di Milano e il Palazzo Reale di Genova. Oggi invece pare che sia invalsa la moda di mandare gli studenti a visitare le basi imperialistiche della NATO. Ai miei tempi, ancora, studiavamo il greco e il latino.
Oggi, invece, gli studenti sono indotti a studiare soprattutto l’inglese e l’informatica. Per non parlare poi della demenziale istituzione dell’alternanza tra scuola e lavoro, la quale alternanza, oltre a sfruttare il lavoro minorile, veicola l’erronea idea secondo cui la scuola non serve a formare esseri umani, ma a trovare posti di lavoro. Alla luce di questa vicenda mi permetto di dire, nel pieno rispetto delle frecce tricolori sia chiaro, che il compito della scuola è un altro, è quello di educare i giovani alla consapevolezza di sé e della propria storia, di modo che possano agire consapevolmente nel presente in nome di futuri migliori.
Ecco perché la scuola non deve mandare gli studenti a visitare le basi militari, ma deve farli rimanere in classe a studiare il greco, il latino, la storia dell’arte, la letteratura e, se proprio deve organizzare delle gite fuori porta, che siano gite culturali con le quali gli studenti possano abbeverarsi alle fonti della nostra civiltà e della nostra cultura. Questo è, o meglio dovrebbe essere, il compito fondamentale della scuola come fortilizio di formazione di coscienze critiche e di teste pensanti.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro