Escalation o congelamento, l’ennesimo, per lo scenario di guerra in Israele?
Si parla in queste ore del teatro bellico di parte orientale, dato che negli ultimi giorni la tensione si è innalzata tra Israele e Iran.
Un rapporto storicamente complesso che ora riosserva episodi di calibro rilevante: l’Iran ha infatti risposto all’attacco israeliano al consolato nazionale a Damasco. Un’operazione, quella di Netanyahu, che ha portato la morte a Mohamed Reza Zahedi, figura di spicco delle Guardie rivoluzionarie iraniane. La risposta è partita dal lancio di missili e droni indirizzati in territorio israeliano. L’attacco è stato però per gran parte neutralizzato, tanto da far pensare a un semplice avvertimento da parte dell’Iran.
Parte l’appello generale dei leader occidentali per invitare Netanyahu a non rispondere.
Il premier israeliano invece promette: “Risponderemo“. Basteranno i consigli dell’Occidente a far ritornare l’equilibrio in una situazione che rischia una pericolosa escalation. Savino Balzano analizza l’episodio e le possibili risposte in diretta da Francesco Borgonovo.
“L’escalation violenta – spiega Balzano – serve a lui per rinsaldare il governo e il consenso da parte dell’opinione pubblica attorno al governo. La de-escalation lo espone a dei rischi grossi che riguardano la sua persona dal punto di vista giudiziario. Spesso dietro queste vicende c’è anche la meschinità del proprio piccolo orticello e tornaconto“.