La nota lotta tra la televisione e web tv in streaming è sempre attuale. Ma chi crede che la Tv sia morta si sbaglia: durante il Festival di Sanremo per esempio è stata seguitissima. I giovani hanno semplicemente iniziato a seguirla in modo diverso, chi tramite i social oppure a seconda del personaggio che si trova sul piccolo schermo. L’influenza del personaggio televisivo è importante, e in tv viene seguito chi lo è già sul web. Le piattaforme di streaming sono consumatissime perché è cambiato anche il modo di vedere un film: immediato, più veloce e soprattutto visibile quando e dove si vuole. La modalità di fruizione dello Streaming ricorda infatti quella del web: non a caso Netflix spopola nello stesso periodo di Instagram. Ma a lanciare la prima Stream tv è stato il colosso di Sky il 31 luglio 2003. L’azienda ha reso visibili i suoi contenuti a pagamento ovvero tramite un abbonamento mensile o annuale. Le piattaforme streaming hanno messo in crisi il mondo dei palinsesti TV e ormai da quasi vent’anni dominano la scena. Il problema è che per gli italiani la stream tv sta diventando sempre più irrinunciabile ed inizia a pesare sulle loro tasche. Pensate che facendo una stima, se sommassimo tutti gli abbonamenti Premium per guardare i film proposti sulle piattaforme di streaming principali, potremmo arrivare a spendere sino a 1500 euro all’anno. Quindi da cosa dipende quest’incremento degli abbonamenti alla stream Tv? E la Tv sarebbe ancora resistita se non fosse stato per Sky? Secondo l’ex CDA di Rai, Carlo Freccero, l’evoluzione dello streaming è direttamente collegata con il declino di SKY.
“Io sono un abbonato a Sky, e il vero problema che è avvenuto nel panorama audio-visivo è stata la crisi di Sky, dovuta agli abbonamenti troppo alti. Sky è troppo cara. La crescita delle piattaforme non è dovuta alla crisi della Tv generalista (Discovery sta andando benissimo), ma degli spazi lasciati liberi da Sky. Non funzionando, le altre piattaforme hanno potuto crescere ulteriormente e aumentare i loro prezzi.
Il secondo punto molto importante è l’informazione di Sky: insopportabile. Un filoamericanismo completo e banale, che non tiene conto della controinformazione. Almeno le altre piattaforme non fanno informazione quindi non vengono contaminate, perché offrono solo contenuti. Invece Sky pecca anche al livello ideologico, se vedi i TG ti viene una rabbia incalcolabile”.
Inoltre secondo Freccero, Sky manca anche di contenuti Premium: “Sta cercando di recuperare con film importanti, ma tanto già ti viene il nervoso a vedere il telegiornale. Con i costi così alti, Sky non può permettersi di delegare i contenuti premium ad altre piattaforme: per esempio di calcio: DAZN ha compreso maggiori partite col campionato”.