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Sul sito della Rai risultano pubblicati i contratti del quadro d’acquisto stipulati tra la Commissione UE e la Pfizer/BioNtech per Comirnaty, nonché i documenti siglati tra la Commissione UE e Moderna per Spikevax.
Si tratta di documenti datati 20 novembre 2020: un mese prima dell’autorizzazione ufficiale da parte della Commissione UE del vaccino Pfizer, e il contenuto è piuttosto interessante per le notizie d’attualità.
Come ormai noto, l’ex ministro Roberto Speranza è uscito giuridicamente indenne dal provvedimento che lo riguardava dopo l’archiviazione del tribunale dei ministri.
Sulla sentenza le giudici motivano così la decisione: “Collaborazioni scientifiche senza precedenti hanno consentito di completare la ricerca, lo sviluppo e le autorizzazioni del vaccino contro il Covid-19 in tempi record – per soddisfare l’urgente necessità di questi vaccini durante la fase acuta della pandemia – pur mantenendo elevati standard di sicurezza. I vaccini si sono dimostrati sicuri ed efficaci in ampi studi clinici di Fase III, soddisfacendo i parametri di sicurezza ed efficacia concordati a livello internazionale, prima di essere introdotti nei programmi di immunizzazione nazionali“.
Fine della storia, insomma?
In tribunale forse, per la scienza niente affatto.
Proprio nei contratti d’acquisto di suddetti vaccini infatti non solo sta scritto che gli Stati prendono visione della sperimentalità delle sostanze, ma anche che non se ne conoscono gli effetti a lungo termine.
Qui la prima parte dell’analisi
Tertium non datur: o l’efficacia e la sicurezza si conoscevano, o gli effetti a lungo termine risultavano sconosciuti.
Ma tornando all’ex ministro della Salute, va specificato che tali contratti erano necessariamente passati sotto il suo vaglio: in tal caso vale il principio del “non poteva non sapere“, anche perché dall’allegato II al Contratto quadro d’acquisto (APA) risulta in modo inequivocabile che le decisioni su come usare i cosiddetti vaccini, sono state prese dal singolo Stato membro.
Questo non solo non fa il paio con le dichiarazioni di Speranza al Tribunale dei Ministri, ma chiama in gioco anche la direttiva del piano strategico per la vaccinazione del Governo, pubblicata il 12 dicembre 2020.
Cosa dice la direttiva?
“E’ necessario fornire in modo proattivo informazioni complete, obiettive e accurate, con la finalità di favorire un’ampia adesione alla campagna vaccinale da parte della popolazione. A tal fine sarà necessario spiegare che le rigorose procedure di autorizzazione dell’UE non contemplano alcuna deroga alla sicurezza“.
Non risultano al momento dichiarazioni esplicite di Speranza sulla natura sperimentale dei vaccini comprati (come scritto nei contratti) né sugli effetti sconosciuti a lungo termine. Questo benché lui stesso abbia dichiarato in Tribunale di conoscere sin dall’inizio l’incertezza degli effetti per una persona su cinque.
Nel video l’analisi dell’Avv. Renate Holzeisen.