Mentre viene annunciato il potenziamento della cassa integrazione a Mirafiori, un’altra notizia riecheggia tra le mura in cui lavorano gli operai: al CEO di Stellantis è stato approvato un aumento di stipendio. Nulla di inconsueto, finché non ci si imbatte nelle cifre.
Carlos Tavares guadagnerà 36,5 milioni l’anno, come 2000 salari minimi francesi. Compenso stellare perfino per un lavoro ben fatto, ma soprattutto uno smacco per chi, nella stessa azienda, versa in precarietà e malcontento. Lui non si giustifica, ma non fa neppure marcia indietro: se non vi va bene cambiate la legge, dice quasi stizzito replicando alle accuse.
Le leggi sul lavoro negli anni sono arrivate, ma non a contenere i maxi stipendi degli amministratori delegati, bensì a potenziare sfruttamento e precarietà accompagnate da un piatto di fave e un buon “lacrime e sangue”.
Sembra quasi di sentire in sottofondo la lettera Draghi – Trichet del 2011 mentre si legge che Tavares guadagnerà circa 27.000 volte più di un operaio del gruppo. Quella stessa lettera che indicava minacciosamente all’Italia di contenere i salari (ma non quelli dei Ceo).
“Il problema è anche nell’informazione per un’opinione pubblica consapevole“, commenta il sindacalista Savino Balzano, “difatti parlano di fascismo dalla mattina alla sera ma sarebbero tanti gli argomenti seri, perché questo economicamente è un governo che è in perfetta continuità coi governi precedenti. Se tu volessi fare opposizione a questo governo, la potresti fare alla grande, però questi devono parlà de fascismo“.
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