Nel volto stanco, nelle rughe d’espressione, Col doppio rimmel della troppa nostalgia, Una lacrima scende, rivolo d’acqua sporca, Sfuggita a quel viso che trova in uno specchio; Ma scendi le scale dei tuoi cortili freschi, Un vento malandrino ti solleva il vestito, Su colonne superbe di gambe passeggi; Ti spoglia d’ogni età lo sguardo che impunito si volta, Strizzando un occhio furtivo tra schiaffi di rimprovero. E se Dio volesse scendere a cercare casa, Ti chiederebbe in prestito una piazza, una strada.