La stagione della Lazio sta per giungere al termine, ma non come ci si sarebbe aspettato.
I biancocelesti hanno rimediato un pareggio contro il Monza, puniti da Djuric al 92esimo. A nulla sono servite le marcature di Immobile e Vecino. Quella di Monza è stata una trasferta che ha rispecchiato a pieno la stagione fallimentare della Lazio: in campo abbiamo assistito a una squadra cedevole, che a mezz’ora dal fischio di inizio abbandona qualsiasi idea di gioco pur di preservare il vantaggio.
Complice un Zaccagni teso a mo’ di corda di violino, Tudor è obbligato a fare una scelta che penalizza la fase offensiva. Fuori l’esterno a rischio espulsione, dentro un disorientato Casale. L’epilogo è deludente soprattutto per i tifosi accorsi in Brianza, che al termine del match richiamano gli undici allo spirito di sacrificio e all’impegno per la maglia.
In merito all’atteggiamento tattico proposto da Igor Tudor contro il Monza si è espresso anche il direttore Ilario Di Giovambattista, criticando un atteggiamento eccessivamente conservativo per una squadra da alta classifica come la Lazio: “La cosa più inquietante di questa partita, secondo me, sono state le scelte di Igor Tudor. Il tecnico dimostra da una parte di avere forte personalità e di non farsi influenzare da nessuno, dall’altra prende decisioni discutibili.
L’allenatore della Lazio non può, dopo mezz’ora di partita contro il Monza, chiedere ai propri giocatori di preservare il risultato. Per quanto riguarda Zaccagni, è vero che stava rischiando grosso, era molto nervoso, ma non si può togliere un giocatore di tale qualità dopo 32 minuti. Caro mister, qui sei alla Lazio, non al Verona, questo tipo di atteggiamento non può giovare a una squadra di alta classifica“.