Lo scontro tra Mentana e Gruber ▷ “Lui fa il giornalista e censura chi fa il suo stesso lavoro”

Lo scontro tra i Giornalisti di La 7 Enrico Mentana e Lilli Gruber, ha generato un dibattito generale: non solo tra i due conduttori. Ieri sera infatti la Gruber aveva accusato il collega di essere “incontinente” per averle passato la linea con 15 minuti di ritardo. A fare le spese dell’amarezza tra i due conduttori è l’azienda stessa, che per “calmare le acque” ha diramato un comunicato. È fondamentale che non venga mai a mancare il rispetto reciproco. Così come è fondamentale che non manchi il rispetto verso un’azienda che ha nei suoi valori fondanti la libertà di espressione e l’autonomia responsabile dei suoi conduttori e giornalisti”.

Ma il focus del discorso è un altro, e andrebbe spostato dallo scontro tra i due conduttori alle modalità di veicolare l’informazione. “Qui non abbiamo problemi di orari, perché andiamo in onda nell’interesse dell’informazione” esordisce Fabio Duranti “ma qui il problema è che lei si è arrabbiata perché lui può sforare e lei no. Quello che mi ha lasciato sconvolto non è quello che ha detto la Gruber, ma il tono arrogante con cui Mentana ha risposto. Ricordiamo che lui è un open fact cecker, che Facebook gli commissiona le censure altrui. Lui fa il giornalista e censura chi fa il suo stesso lavoro.

L’arroganza di una persona che rappresenta il potere, quello vero. Ma che si permette il lusso di minacciare. Questo tipo di minacce le ho sentite solo tra mafiosi, tra ragazzi stupidi e tra persone di bassissima caratura. Invece lui, che è un professionista ha fatto pubblicamente una minaccia del genere.. Queste sono persone che incidono sulla libertà del giornalismo in Italia. Tra l’altro, in Democrazia non bisognerebbe censurare niente“.

Sempre rimanendo in tema di censura, Duranti ricorda un episodio che sarebbe avvenuto durante la trasmissione di Lilli Gruber, 8 e mezzo. La conduttrice aveva invitato un ospite che avrebbe espresso un’opinione sul libro del Generale Vannacci. L’opinionista aveva affermato che Vannacci non avrebbe dovuto scrivere il libro e che sarebbe dovuto essere vietato. “È una cosa molto grave. Nel programma sembra ci sia un ricettacolo di cose che con la Democrazia non hanno nulla a che vedere. L’ospite avrebbe detto che Vannacci avrebbe dovuto dire quelle cose al Bar, non certo in un libro. La Gruber avrebbe risposto anche, che adesso Vannacci rischierebbe anche di venire eletto dal popolo. Insomma, vi rendete conto a che punto stiamo? Questi non sanno nemmeno dov’è di casa la Democrazia”.

“Va bene lo scontro” conclude Duranti “ma i principi base del vivere democratico dovrebbero essere lasciati in pace. Questo perché altrimenti il popolo può pensare che a un Alto Ufficiale dell’esercito non può essere dato il diritto di esprimere il proprio parere e che lo dovrebbe fare al bar, altrimenti prende i voti. Questa è una distorsione dei principi democratici, che non rientra in un’attività di propaganda giornalistica in un Paese democratico”.