Ha creato scalpore negli ultimi giorni una vicenda interna alle questioni vaticane.
Se ne è occupato anche ieri sera Mario Giordano a Fuori dal Coro: Marko Rupnik, teologo ed ex gesuita, è stato accusato di violenza sessuale nei confronti di alcune suore, che hanno testimoniato. “E invece di essere sanzionato – commenta Andrea Cionci, giornalista e autore del “Codice Ratzinger” – gli è stata tolta la scomunica da Bergoglio“. Questo il primo caso finito nell’occhio del ciclone. Poi ritorna il nodo su cui lo stesso Cionci insiste da tempo. Bergoglio, secondo l’inchiesta del giornalista romano, non sarebbe il vero papa. Benedetto XVI, invece, sarebbe rimasto il vero pontefice almeno fino alla sua morte. Questo perché, spiega Cionci, Ratzinger avrebbe rinunciato a suo tempo al solo minsterium, l’esercizio del papato, e non al munus, la condizione di Papa. E questo si può verificare solo in sede impedita, quando il papa è imprigionato, esiliato, confinato, non libero di esprimersi.
Nel tempo anche altri hanno avversato Bergoglio, come Don Minutella, scomunicato nel 2021.
Alla fine di marzo anche Don Enrico Bernasconi è stato allontanato dalla Chiesa.
Per Cionci però qualcosa sta cambiando. “Da quando Bergoglio se l’è presa con Gänswein – segretario di Ratzinger – qualche settimana fa, accusandolo di essere poco umano e poco nobile, qualcosa nel mainstream è cambiato. Possiamo dire che Bergoglio ha stufato anche il pensiero unico e questi giornali adesso lo stanno attaccando. Ne vedremo delle belle nelle prossime settimane“.
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