Siamo nel 2024, ma “il passato, a ricordarsene, è più bello del presente”, diceva Leopardi.
Ancor più bello lo è se quel passato ridiventa magicamente attuale. Seguendo le orme sempre più presenti nella tendenza dei ricordi cult, torna in onda uno dei pilastri della tv italiana del secolo scorso. Chi già lo ha conosciuto, ricorderà che iniziava alle 19 in punto ogni domenica. Chi invece non ha avuto l’onore di conoscerlo direttamente, lo ha conosciuto comunque grazie a un particolare evento che è esploso nel decennio dei social: il momento dell’indimenticabile signor Giancarlo, che alla domanda di Mike Bongiorno sulle Amazzoni rispose completando la frase in modo volontariamente errato, sostituendo due vocali in una parola molto equivoca preferendo così la gloria eterna al denaro. Stiamo parlando ovviamente della Ruota della Fortuna, che tornerà in onda a 100 anni dalla nascita dello storico conduttore. E tornerà sotto la guida di Gerry Scotti, ormai anche lui pilastro dei game show italiani.
A Radio Radio Cafè Francesco Caselli ha intervistato Iva Zanicchi, conduttrice storica di un altro programma di grande successo: “Ok, il prezzo è giusto!”.
Perché i programmi di una volta, quando vengono riproposti, hanno sempre un grande successo? Qual è il segreto?
Voglia di leggerezza, voglia di pulizia, di cose semplici, di giocare. Perché questi quiz e questi programmi hanno la grande capacità di far divertire e di far interagire il pubblico a casa, che è quello lo scopo, perché la gente magari prima di cena o anche il pomeriggio, si mette davanti al televisore e ama rispondere e ama competere, far capire anche in famiglia quanto si è colti, che sai tutto. E’ una competizione, è una gara e questo è secondo me il successo.
Ha condotto per 12 anni “Ok, il prezzo è giusto”: ci racconti come è nato questo progetto e ci dica qualche segreto o curiosità di questa trasmissione
Un format americano portato in Italia a Mediaset che per i primi due anni l’ha condotto Gigi Sabani: ebbe subito successo.
Poi mi chiamò Berlusconi proprio in persona e mi convince. “Ma io sono una cantante, non sono mica Mike Bongiorno”, gli dissi.
“Ma no, ma lo fa magari per sei mesi, registra tante puntate”. Poi l’ho lasciato dopo 12 anni.
Era un quiz molto carino, molto pulito, molto semplice, che oggi è improponibile.
La ruota della fortuna si può riproporre. “Ok, il prezzo è giusto” era basato sui prezzi, giustamente. E sui premi fantastici che allora si poteva permettere anche di regalare. Per esempio mi ricordo una volta proponevano una vacanza per 15 giorni ad una famiglia intera in Sardegna in un posto bellissimo. Oggigiorno questo non sarebbe più possibile.
Credo che questo format, “Ok, il prezzo è giusto”, potrebbe aver successo anche con premi anche minori, anche piccoli. Perché l’interesse sta nel chiedere a uno che passa per la strada quanto costi un etto di burro. E la gente non lo sa!
Abbiamo avuto degli illustri personaggi che lo guardavano perché si sentivano bene, rilassati. Uno per esempio era Andreotti che era un appassionato di “Ok, il prezzo è giusto”. Ci aveva scritto che seguiva questo quiz con piacere perché si divertiva a sapere i prezzi che non sempre si conoscono. Incontro adesso uomini, donne di 35/40 anni e l’affetto che hanno per me è non tanto perché sono una cantante che ha vinto tre festival di Sanremo, ma perché assieme ai nonni, alla sera dalle 18 alle 19, guardavano “Ok, il prezzo è giusto”.
Ascolta l’intervento integrale a Radio Radio Cafè.