È un fatto gravissimo quello accaduto nei giorni scorsi. Hanno sparato a Robert Fico, premier slovacco disallineato rispetto all’ordine dominante liberale atlantista. I video della scena, tragica oltre ogni misura, mostrano il premier colpito da un’arma da fuoco e subito portato in ospedale. Robert Fico, apprendiamo, è in fin di vita. Ora ci diranno, naturalmente, che a colpirlo sono stati pazzi esaltati, poeti fuori di testa e squilibrati conclamati, con uno scopo ben preciso: negare la politicità intrinseca di questo gesto. Robert Fico, uno dei pochi veri comunisti rimasti in Europa, aveva dato una svolta antimperialistica, patriottica e socialisteggiante alla Slovacchia.
Con la sua semplice presenza dimostrava che ben altra cosa è il comunismo, patriottico e antiimperialistico, socialista e disallineato rispetto a Washington, rispetto all’orrendo liberal progressismo delle sinistre fucsie arcobaleno oggi imperanti in Occidente. Robert Fico era palesemente sgradito all’ordine dominante, che peraltro da subito aveva esibito e ostentato la propria inimicizia rispetto al premier slovacco. Questo e non altro è il punto dirimente da cui bisogna muovere per analizzare l’accaduto. Il messaggio chiarissimo inviato dal potere mi pare che suoni cos: non provateci mai più, non osate dissentire rispetto all’ordine dominante e non provate in alcun modo a intraprendere l’importuna via dell’agire altrimenti rispetto a come detto ordine dominante vuole e pretende.
Vedremo ora se gli araldi del pensiero unico, sempre pronti a fare levate di scudi quando i loro beniamini politicamente corretti subiscono anche solo un graffio o un’accusa, prenderanno le difese di un leader avverso a Washington e al globalismo, che loro stessi definivano sprezzantemente un bullo rosso. Ricordate quando Fico era stato eletto? Era una gara a chi lo calunniava di più tra i principali e più venduti giornali europei. Lo presentavano senza ambagi come un mastino impazzito, come un bullo rosso, come uno scagnozzo di Putin, come un fascista in piena regola. Benché, come ricordato, Fico provenisse dalle fila del Partito Comunista. Il responsabile della sparatoria risulta essere un poeta settantunenne, che ha apertamente ammesso di aver agito per ragioni politiche. Non condivideva la linea politica del premier Robert Fico.
Insomma, si è trattato di un attentato politico in piena regola, di cui bisognerà capire bene se vi sono mandanti. Oltretutto, la scena in questione merita un commento anche di tipo allegorico. Il poeta liberal progressista che spara al comunista Robert Fico. Un’immagine tragica, certamente, che potrebbe anche essere assunta simbolicamente come l’emblema del rapporto di inimicizia integrale tra il liberal progressismo di completamento dell’ordine dominante su scala planetaria con il vecchio comunismo antimperialistico e patriottico rappresentato, in questo caso, da Robert Fico. Un’immagine oscena, naturalmente, che però ci segnala come anche l’ordine liberal progressista sappia all’occorrenza usare le maniere forti e la violenza nella sua forma più radicale. Questo è il punto fondamentale su cui bisognerà ragionare seriamente al di là degli schemi prestabiliti.
Radioattività – Diego Fusaro