La procura dell’Aia ha chiesto l’arresto per Netanyahu e per i capi di Hamas. Si tratta di una notizia massimamente rilevante. È una notizia che segna effettivamente una svolta nel modo di concepire il modus operandi del governo israeliano presieduto da Netanyahu. Finalmente, possiamo ben dire, giunge una presa di posizione forte su quello che resta a tutti gli effetti un vero e proprio massacro a senso unico gestito dalle politiche israeliane contro il popolo di Gaza, nel nome della lotta contro il terrorismo e del diritto di Israele di difendersi. Sono stati questi i due palesi pretesti fatti valere per poter fare da parte di Israele letteralmente tutto ciò che finora ha voluto. Come a dire, in nome della lotta al terrorismo e del diritto di Israele di difendersi, il governo di Netanyahu ha sottoposto a un massacro senza fine il popolo di Gaza, a tal punto che da più parti si è parlato di vero e proprio genocidio.
Non passi sotto silenzio il fatto che le politiche di Netanyahu vengono ora dall’AIA direttamente equiparate a quelle terroristiche di Hamas. Come più volte abbiamo evidenziato, all’orrendo attentato terroristico di Hamas compiuto nell’ottobre del 2023, Israele ha vergognosamente risposto in maniera a sua volta terroristica, benché la comunità internazionale e lo stesso Israele, Sabah Sandir, abbiano lungamente provato a difendere tale operato mediante i due teoremi prima evocati. Non dimentichiamo neppure il fatto che da più parti, come ricordavo, si è apertamente parlato di genocidio in relazione alle politiche di Israele contro il popolo di Gaza, sottoposto effettivamente a un vero e proprio massacro che la Cina ha giustamente definito e condannato nei termini di una vergogna per la civiltà. In particolare il Sudafrica e più recentemente la Turchia hanno accusato Israele di aver compiuto un genocidio a documento del popolo di Gaza. Se perfino il Tribunale dell’AIA, che solitamente è tutto fuorché politicamente neutro, trattandosi del luogo in cui usualmente viene fatta valere la giustizia dei vincitori, secondo la fortunata formula di Danilo Zoro; se perfino il Tribunale dell’AIA prende questa volta una posizione radicale di questo tipo, vuol dire che davvero, come usa dire, si è oltrepassato ogni limite, e la misura è davvero colma.
Una decisione fondamentale, dunque, che pure giunge, va detto, tardivamente. Ma, come usa dire, meglio tardi che mai. Resta da capire, adesso, se Israele si fermerà o se continuerà, come finora ha fatto, nelle sue scellerate criminali politiche contro il popolo di Gaza, supportate pienamente dalla civiltà del dollaro, che di Israele, lo sappiamo bene, resta, ad oggi, il principale alleato. Cosa farà dunque Netanyahu dopo questa scelta? Continuerà nelle sue operazioni o si fermerà? Va detto che il Tribunale dell’AIA non ha poi facoltà di colpire più di tanto Netanyahu. D’altro canto il Tribunale dell’AIA anche in passato ha emesso condanne di questo tipo contro politici di varia natura e però non sempre hanno prodotto gli effetti auspicati. Vedremo quali saranno gli sviluppi, intanto è un segnale forte che non deve essere trascurato e che ci segnala come da più parti, finalmente, si stia principiando a prendere consapevolezza di quello che sta realmente accadendo a Gaza.