Continuano a far discutere le parole di Papa Bergoglio reo di aver utilizzato il termine “frociaggine” nel corso di un incontro a porte chiuse con i vescovi. Un termine che alcuni presenti hanno riportato alla stampa e che ha suscitato l’indignazione di molti. Sul tema si è espresso, ospite di Francesco Borgonovo all’interno di “Punto e Accapo”, l’autore e attivista per i diritti LGBT Giorgio Bozzo:
“Mi ha fatto solo ridere, perché come tutti ho pensato fosse una enorme fake news, mentre quando mi hanno confermato fosse vera e detta in una situazione chiusa al pubblico, a me ha fatto ridere. Il termine frociaggine non è di uso comune, è un termine che puoi sentire in un bar gay ascoltando Lady Gaga. Ti aspetti invece che il Papa abbia un linguaggio diverso“.
“Detto ciò Ratzinger ha detto nei confronti della comunità LGBT anche cose più nefaste, quindi la forma non è l’unica cosa importante. Se da una parte io rido dall’altra ho la sensazione che chi si scandalizza, forse, ha un problema“.
“Gli omosessuali cinquant’anni fa facevano scandalo al mondo. Alla Chiesa perché peccatori, alla scienza come malati. Oggi la situazione si è ribaltata con gli omosessuali che si scandalizzano per le parole del Papa, ma scandalizzarsi è una perdita di tempo“, aggiunge Bozzo, “io non ho tempo di scandalizzarmi. Piuttosto che indignarmi per le parole del Papa mi indigno perché alcuni diritti non sono ancora stati concessi, e agisco perché lo siano. Agisco, non è che attacco sperando di ottenere risultati con chissà quale arma retorica. Chi si scandalizza ha un problema che deve risolvere“.