È ufficiale: l’Occidente ha attaccato la Russia di Putin sul suo territorio, le maschere sono cadute

È ufficiale, gli Stati Uniti d’America hanno colpito con i loro missili il territorio russo. Si tratta di una svolta decisiva nel conflitto, dacché per la prima volta l’occidente liberal-atlantista interviene colpendo la Russia di Putin. La Russia che non ha tardato a far sapere che è l’Occidente a volere l’escalation bellica, come peraltro già da tempo era noto.

Tutte le maschere sono definitivamente cadute. Questa non è la guerra che la Russia di Putin ha dichiarato all’Ucraina, è invece il conflitto che la civiltà dell’hamburger ha mosso alla Russia di Putin, rea di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista. Come pure pareva stesse per fare con i guitti Gorbaciov e Yeltsin.

La guerra, divampata solo nel 2022, era in realtà principiata sotto traccia fin dalla caduta dell’Unione Sovietica. Cioè da quando la Nato, braccio armato dell’imperialismo made in USA, aveva iniziato ad allargarsi verso Oriente, cioè negli spazi un tempo propri dell’Unione Sovietica, fino ad arrivare con l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, ad accerchiare completamente la Russia sul fronte che dà verso l’Occidente. Dunque la guerra ha origini antiche, naturalmente taciute opportunamente dall’ordine discorsivo dominante.

Quest’ultimo prova goffamente a sostenere che la colpa è tutta solo di Putin, che ha osato nel 2022 invadere l’Ucraina. Fa sorridere la precisazione, che troviamo su molti quotidiani, secondo cui la NATO ha dato il via libera all’operazione con cui i missili statunitensi hanno colpito il territorio russo. Come avrebbe potuto essere altrimenti, considerato che la NATO non è se non il braccio armato dell’imperialismo di Washington? Crolla oltretutto la narrazione che fino a qui hanno ripetuto senza tregua gli zelanti armigeri del pensiero unico geopoliticamente corretto.

I quali avevano ripetuto ad nauseam che l’aggredito, cioè l’Ucraina, ha ragione e che viceversa l’aggressore, cioè la Russia, ha torto. Non vale più questo teorema, adesso che Washington è l’aggressore e Mosca l’aggredito? D’altro canto non valeva neppure in precedenza, se si considera che per i padroni del discorso non avevano ragione gli aggrediti come la Serbia o l’Iraq, l’Afghanistan o la Libia, ma sempre e solo l’aggressore, cioè Washington. Come se non bastasse, sulle colonne del Corriere della Sera, quotidiano meneghino par excellence, si spiega goffamente in questi giorni che la Russia di Putin è animata dall’ideologia imperialistica.

Sì, avete capito bene, la Russia di Putin. Mica la civiltà del dollaro con i suoi bombardamenti umanitari e con i suoi missili democratici. La domanda che dobbiamo realmente e seriamente porre è se questa aggressione missilistica del territorio russo da parte della civiltà dell’hamburger rappresenti autenticamente il primo gesto effettivo della nuova Guerra Mondiale. Per molti versi sembra proprio che sia così e che di fatto ci troviamo già in pieno nella nuova Guerra Mondiale.

La guerra mondiale che in realtà è la Quarta Guerra Mondiale, successiva alla Guerra Fredda che fu la terza e che è principiata fin dal 1989, quando Washington vincitrice della terza guerra mondiale dichiarò guerra a tutti gli stati non ancora allineati con il suo dominio planetario ciò che viene pudicamente detto globalizzazione e che in realtà altro non è se non l’americanizzazione imperialistica del mondo intero.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro