Sono ormai virali le immagini del deputato Donno che si avvicina a Calderoli col tricolore. Finisce con una rissa quella che era una seduta alla Camera neanche tra le più roventi.
Si parla di autonomia differenziata, un argomento che divide maggioranza e opposizione da circa vent’anni, ma non si era al culmine né in un momento chiave del dibattito parlamentare. Per di più, al termine delle elezioni, è ancor più difficile spiegare quanto accaduto tra il leghista Iezzi e il pentastellato Donno. Le immagini parlano chiaro, il primo si avvicina in modo “inconsueto” al Ministro Calderoli con il tricolore in mano, il secondo tenta di colpirlo ripetutamente nei tafferugli che si creano subito dopo.
In molti confluiscono al centro dell’aula, chi per provare a dividere, chi con altre intenzioni. Molti altri restano al loro posto, come il forzista Paolo Emilio Russo che da Francesco Borgonovo parla di “chiara provocazione”.
“Ho vissuto con gravissimo imbarazzo questa scena; sono delle immagini inaccettabili che squalificano il Parlamento e chi le fa, e sono orgoglioso di far parte di un gruppo parlamentare che non è caduto nella evidente provocazione che è stata fatta, quindi che non è cascato nel tranello con lo scopo di fare rumore e di finire sui giornali“.
Per Russo “Si è cercata la provocazione, si è cercato esattamente quello che è accaduto, non bisognava cascarci evidentemente, ma io credo che nessuno abbia colpito nessun altro, anche se ci hanno provato. La cosa seria è che ovviamente è accaduto in quel luogo lì, dentro il Parlamento, certe scene le abbiamo già viste in passato, non è che non le abbiamo viste, abbiamo visto qualunque cosa“.
L’elemento scatenante? “Un clima molto teso, alimentato dalle opposizioni che hanno sventolato bandiere dopo che era già stata fatta una comunicazione in proposito. Il parlamentare del Movimento 5 Stelle, che spero venga sospeso, si è lanciato, come si vede dall’immagine, sul ministro Calderoli (che non era al suo posto, ma stava passeggiando) per lanciargli una bandiera, è evidente che per il regolamento della Camera, si trattava di una specie di aggressione, perché non è una cosa che si fa in quel modo e così, e quindi poi sono intervenuti a difesa del Ministro gli assistenti parlamentari, poi altri colleghi della maggioranza sono scesi e hanno risposto alla provocazione, loro stessi, con la provocazione”.