Ognuno ha le sue incertezze in questo Europeo, con la variante che si presentano quando i favoriti meno se lo aspettano. Disorientati, anche se alla fine in ogni caso soddisfatti, i tifosi tedeschi, a cominciare dai presenti all’Arena di Francoforte, ieri sera: Germania alla fine prima nel Girone A, ma con un’ultima tappa abbastanza imprevedibile quanto a soglia di difficoltà e sofferenza causata dall’avversario.
Abbiamo infatti cominciato ad assistere alla contesa con la convinzione di ammirare la terza prova di forza consecutiva dei panzer di Nagelsmann; alla fine ci troviamo a tessere le lodi di una Svizzera tatticamente perfetta, con una serie di sottovalutate individualità e una tessitura del gioco e dello sviluppo della manovra senza sbavature.
Meritato il vantaggio elvetico siglato da Ndoye nel primo tempo, alla fine, quasi oltre la fine in verità, i tedeschi raggiungono il pari con Fullkrug, conservando la testa del girone. Attenzione: i tedeschi non hanno preso sottogamba l’impegno e non sono scesi in campo con una formazione caratterizzata da avvicendamenti vari; Nagelsmann, pur avendo la qualificazione in tasca, non ha fatto riposare i senatori e si è affidato ancora non soltanto ai vari Wirtz e Musiala, prestigiosa linea verde, ma anche ai più esperti Kroos, Gundogan e Rudiger. La Svizzera con la sua compattezza e la sua elaborata densità caratterizzata dall’abbassamento progressivo del baricentro ha prima bloccato, poi mandato in confusione i padroni di casa. Gli uomini di Yakin, anche se è presto per dirlo, sono i probabili avversari dell’Italia in uno degli ottavi di finale. Eventualmente, servirà la migliore Italia possibile.
Paolo Marcacci